Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2010 alle ore 08:04.
Isabella Bufacchi
ROMA
Un maxi-scudo da 750 miliardi di euro è entrato in orbita ieri con i primi acquisti sul mercato secondario di titoli di stato in euro da parte della Banca centrale europea: questo schermo, formato da numerosi strati di reti di sicurezza, proteggerà la stabilità finanziaria della zona dell'euro, contrastando le crisi di fiducia sul debito sovrano in Eurolandia, per un triennio. La sua estensione e portata non ha precedenti. In aggiunta ai 110 miliardi già impegnati per la Grecia, potrà contare su una vasta gamma di strumenti di brevissimo, breve e medio-lungo periodo. Dagli attivi delle banche centrali dell'eurozona, teoricamente illimitati ma disponibili entro il tetto della base monetaria, al sostegno rinnovato della liquidità concessa da speciali pronti contro termine della Bce. Da un'extra-dote da 60 miliardi della Commissione europea supportata dai 27 paesi dell'Unione europea ai fondi fino a 440 miliardi raccolti da uno speciale veicolo finanziario garantito dai 16 paesi dell'eurozona. Il tutto accompagnato, in tandem, da prestiti del Fondo monetario internazionale fino a 250 miliardi. Uno scudo a più velocità, dunque, che funzionerà tanto in tempo reale quanto su arco triennale.
Questo intreccio di interventi di pronto-uso e di sostegno di lungo periodo è riuscito a convincere i mercati ieri che la Ue e in particolare l'Eurozona possono evitare che i problemi della Grecia restino irrisolti, contagiando Portogallo, Irlanda e Spagna per poi provocare una catena di default nella zona dell'euro, minare l'esistenza dell'euro e la tenuta stessa della costruzione della moneta unica europea. Sul funzionamento di tutti i meccanismi annunciati domenica a notte fonda, sono numerosi gli interrogativi iper-tecnici che restano per ora senza risposta. L'impostazione tuttavia è risultata vincente perché trainata dai primi interventi della Bce.
Lo scudo multifunzione è stato studiato per disinnescare qualsiasi bomba che in prospettiva possa continuare a minare l'affidabilità del rischio-stato nell'eurozona. La Grecia per prima ma a seguire il Portogallo e tendenzialmente anche la Spagna sono stati indeboliti dall'alto costo della raccolta sul mercato: i prezzi dei loro titoli di stato sono calati, i rendimenti sono schizzati alle stelle. Gli oneri sul debito, se eccessivamente elevati, possono compromettere la tenuta dei conti pubblici. E la chiusura totale del mercato porta al default. La Bce, acquistando titoli di stato emessi in Eurolandia (per importi e per emittenti a sua completa discrezione), aumenta l'offerta e quindi ripristina la liquidità sul secondario: fino allo scorso venerdì su molti bond governativi nella zona euro c'erano solo prezzi di vendita, ieri sono tornate le quotazioni in acquisto. Il valore dei bond è salito, il rendimento è sceso abbassando così il costo della raccolta.
L'eleggibilità
Quali paesi posso attingere a queste linee di credito? Solo quelli con problemi nella bilancia dei pagamenti o anche quelli con problemi di debito?
A quali condizioni?
Per quanto tempo? Il rischio che qualcuno si tiri indietro
- Come verrà ripartito il carico tra prestiti e garanzie?
- Quanto tempo servirà perché il veicolo diventi oeprativo?
- In che misura parteciperanno i paesi e a quali tassi verranno concesse le erogazioni?
- Alcuni governi quindi possono tirarsi indietro e non partecipare a questo fondo? Sterilizzazione da definire
- Quali titoli verranno acquistati dalla Banca centrale europea?
- Per quali importi? (Le stime parlano di una cifra da 120 a 1.200 miliardi di euro)
- Come funziona la sterilizzazione, cosa si vende o cosa si emette per fare spazio in bilancio ai nuovi acquisti? Con la vendita di Bund?