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Stretta sui pagamenti in nero Berlusconi prende tempo: non aumenteremo le tasse

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2010 alle ore 08:02.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2010 alle ore 19:40.

Nel pacchetto antievasione torna la lotta ai pagamenti in nero. E fa ancora parte delle misure, su cui i tecnici dell'amministrazione finanziaria lavoreranno per tutto il fine settimana, il concordato fiscale per l'emersione delle case fantasma. Cui potrebbe associarsi un condono delle violazioni urbanistiche da 6 miliardi, esteso agli abusi su tutti i tipi di immobile: quello del 2003-2004 aveva prodotto oltre 5 miliardi a fronte dei 3,1 previsti. Ma entrano in gioco anche il nuovo redditometro e il contrasto al gioco illecito. A subire un inasprimento del prelievo potrebbero essere, invece, i fondi immobiliari. Sul versante della pubblica amministrazione si torna a parlare di uno slittamento da 90 a 180 giorni dei tempi per pagare il trattamento di fine servizio agli statali, e prende corpo una riorganizzazione per riportare sotto il controllo dell'Economia la presidenza del consiglio, che direbbe addio all'autonomia contabile introdotta nel 1988. Questo significherebbe, prima di tutto, ricondurre sotto la vigilanza di via XX Settembre la Protezione civile, che da sola vale più del 60% del budget di Palazzo Chigi (si veda Il Sole 24 Ore del 24 gennaio), e cancellare il comparto dei dipendenti della presidenza, che oggi hanno un contratto a sé e livelli retributivi medi più alti degli altri ministeriali.



Tornando al fisco, la richiesta di far la "guerra al contante" formulata al ministro Tremonti nei giorni scorsi dai sindacati non sembra essere rimasta inascoltata. A via XX Settembre si sta studiando come reintrodurre l'obbligo della tracciabilità dei pagamenti nelle transazioni commerciali sopra una soglia predeterminata. In sostanza, professionisti, artigiani e commercianti, per incassare i pagamenti delle prestazioni rese dovranno utilizzare strumenti come assegni, carte di credito, bancomat o altro che lascino una traccia evidente al fisco nel caso sia necessario ricostruire i relativi ricavi e compensi incassati nell'esercizio dell'attività.
Tutte ancora da definire le soglie da cui far scattare l'obbligo della tracciabilità: per i contanti si esclude tassativamente quella minima dei 100 euro fissata dal decreto Visco-Bersani e poi abolita nel 2008. Tra le ipotesi anche quella di introdurre fasce di soglie differenziate accompagnate da meccanismi premiali per chi magari installa e utilizza mezzi di pagamento elettronico.

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Sul fronte degli assegni circolari la soglia delle transazioni da cui far scattare l'obbligo di segnalazione agli organi di controllo potrebbe scendere dagli attuali 12.500 euro e riavvicinarsi al precedente limite dei 5.000 euro.

Fuori dal pacchetto antievasione, che resta comunque il pilastro, ci potrebbe essere un inasprimento del prelievo per i fondi immobiliari. Questi oggi beneficiano di una tassazione agevolata del 20 per cento. In caso di attribuzione dei proventi potrebbe allora aumentare il prelievo con la tassazione anche in capo al fondo stesso. Tra le misure fiscali un posto potrebbero assicurarselo anche le semplificazioni degli adempimenti, come l'accelerazione del processo di introduzione della fatturazione elettronica.

Intanto assume contorni più definiti anche il ruolo che enti locali e regioni dovranno giocare nella cura anticrisi. A differenza delle voci circolate nei giorni scorsi, sembrano esclusi tagli diretti ai trasferimenti, e il contributo degli enti territoriali sarà sotto forma di nuovi vincoli alla spesa per le regioni e di una nuova versione del patto di stabilità su comuni e province. Sulle cifre mancano conferme (si parla di 9,2 miliardi nel triennio), ma le richieste dovrebbero concentrarsi soprattutto sulle regioni, chiamate a un contributo doppio rispetto a quello chiesto a sindaci e presidenti di provincia.