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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2010 alle ore 16:13.

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Dal Sol levante al sole calanteDal Sol levante al sole calante

Nelle auto. Qui la situazione è più intricata. Toyota è il primo costruttore di auto al mondo, ha sconfitto Gm, ma è insidiata da Volkswagen che è riuscita non solo a conquistare l'Europa, ma soprattutto la Cina con una presenza più che ventennale partendo dalle auto pubbliche Santana. E la Cina è per Vw ora il mercato più importante e che vanta ben 10 impianti (l'ultimo appena inaugurato) della Casa di Wolfsburg che controlla anche una bella fetta di Suzuki, strappata dall'orbita di Gm. Già, la storia recente dell'industria automobilistica giapponese e fatta tutta di acquisizioni e partnership con Europei ed americani. Toyota a parte, ed eccezione fatta per Honda, tutte le altre case, le stesse che negli anni ottanta facevano tremare gli Europei che paventano il pericolo Giallo, sono entrate tutte a fare parte di gruppi stranieri. Nissan è insieme a Renault. La piccola Mazda dopo un'epoca di stretta alleanza con Ford che ne controllava quasi il 34 per cento sta cercando faticosamente una via di indipendenza, ma sconta il fatto di non avere impianti nel vecchio continente. Suzuki, come accennato, è in via d'integrazione con Volkswagen. L'antica Mitsubishi sui caccia Zero della Guerra non naviga certo in acque calme dopo aver ondeggiato a lungo tra partnership con i tedeschi di Daimler e i francesi di Psa.
Come mai l'auto giapponese non fa più paura? Le ragioni sono molteplici. I tedeschi sono più forti che in passato. Anzi sono i più forti. E Vw è a un passo dallo scettro mondiale. Le case tedesche hanno tecnologia da vendere, marchi di grandissimo appeal e successo come Audi e Bmw e hanno saputo giocare bene la carta del design. Le case nipponiche invece non hanno cavalcato a partire dalla fine degli anni 90 il boom dei diesel, arrivando troppo tardi a proporre motori common rail: i preferiti in mercati come quelli europei. Quanto allo stile questo non stato più all'altezza delle promesse iniziali, ma il vecchio Giappone a quattro ruote però ha ancora molte carte da giocare, soprattutto sull'elettrico e sull'ibrido dove Toyota è leader e dove nipponici sono i più grandi e raffinati costruttori di batterie a ioni di litio: ovvero il cuore dell'auto del futuro.

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