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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 19:53.

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Elicotteri russi per le truppe afghane. Paga Washington. Nella foto, un MI-17 russo controllato da un soldato afghano (AFP Photo)Elicotteri russi per le truppe afghane. Paga Washington. Nella foto, un MI-17 russo controllato da un soldato afghano (AFP Photo)

Il Congresso non ha risparmiato critiche al Pentagono per il piano di equipaggiamento della flotta elicotteristica di Kabul (Afghan Army Air Corps) basato sull'acquisto di decine di elicotteri russi pagati con i dollari ei contribuenti statunitensi.
A guidare la protesta bipartisan per l'acquisto dei cargo Mi-17 sono il senatore repubblicano Richard Shelby e il democratico Christopher Dodd, che premono sul Pentagono affinché prenda in considerazione l'acquisto di velivoli di fabbricazione americana anche nel reispetto dello slogan obamiano "buy american" teso a sostenere l'apparato produttivo nazionale.

Secondo Shelby gli elicotteri Mi-17 russi in servizio in Afghanistan hanno già segnalati molte difficoltà e «numerosi guasti» mentre il programma per acquisirne di nuovi da Mosca presenta «superamento dei costi previsti, ritardi, problemi di sicurezza e problemi di consegna». I vertici militari sostengono che gli Mi-17 rappresentano il pilastro per la ricostruzione dell'aviazione afghana, i cui piloti più esperti hanno già una grande familiarità con il mezzo russo derivato dal Mi-8 ampiamente impiegato nella guerra dei sovietici e assegnato in gran numero alle forze governative afghane. L'adozione del velivolo russo in pratica accorcerebbe i tempi di addestramento del personale, piloti e tecnici, che sarebbe invece molto più lungo adottando macchine statunitensi (probabilmente UH-60 Blackhawk) più complesse, più costose e sconosciute al personale afghano.

Finora il Pentagono ha speso 648 milioni di dollari per l'acquisto di 31 elicotteri russi inclusi pezzi di ricambio ma i nuovi piani prevedono l'acquisto di altri 10 Mi-17 nel 2011 e di ben una cinquantina di velivoli, inclusi molti Mi-35 da attacco nei prossimi 10 anni. Una flotta di nuovi mezzi che rafforzerà la quarantina di elicotteri attualmente in servizio e indispensabili a garantire all'esercito afghano capacità autonome di intervento dal cielo per il trasporto di truppe e materiali e per l'attacco agli insorti. I primi Mi-17 acquistati per le forze di Kabul erano velivoli di seconda mano costati appena sei milioni di dollari e consegnati alla fine del 2009 mentre i nuovi velivoli hanno un costo variabile tra i 15 e 18 milioni considerato una speculazione da alcuni congressisti.
Mosca ha fiutato l'affare e prevede di esportare altri 120 elicotteri Mi-17 in Iraq e Afghanistan. Dei 600 elicotteri russi presenti in Medio Oriente e Asia Centrale un terzo sono impiegati dalle forze di Kabul, Islamabad e Baghdad nelle operazioni contro al-Qaeda e i talebani.

Del resto i Mi-17 sono velivoli adatti al contesto operativo afghano che richiede mezzi rustici e potenti per volare a quote molto elevate. Mezzi dello stesso tipo sono impiegati dalle società civili che riforniscono di viveri e carburante le basi avanzate della Nato e 14 Mi-17 sono stati acquistati, sempre dal Pentagono, per girarli alle forze pakistane impegnate contro i talebani nella Tribal Area.

Per migliorare l'autonomia dell'Afghan Army Air Corps, che secondo i programmi dovrebbe essere indipendente dalla presenza aerea alleata nel 2016, sono stati acquisiti anche 18 aerei cargo tattici C-27A/G-222 radiati dall'aeronautica Italiana, ricondizionati da Alenia Aeronautica e girati agli Usa che li forniscono direttamente a Kabul curando anche l'addestramento di piloti e tecnici afghani. Da tempo girano voci circa l'acquisizione da parte afghana di jet da attacco AMX anch'essi surplus delle forze aeree italiane.
La fornitura, non confermata, verrebbe gestita dagli Stati Uniti. Attualmente l'Afghan Army Air Corps schiera 48 velivoli e 3.300 militari ma dovrà espandersi fino a 146 aerei ed elicotteri e 8 mila soldati grazie anche al lavoro di 450 istruttori statunitensi.

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