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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2010 alle ore 08:09.
L'annuncio del ministro Aldo Brancher di andare in udienza il prossimo 5 luglio e rinunciare al legittimo impedimento potrebbe non bastare a bloccare la voglia dell'opposizione di una mozione di sfiducia unitaria. Per Antonio Di Pietro, presidente dell'Idv «Brancher, preso con le mani nella marmellata, non poteva fare altrimenti. Prima ha imprecato contro il presidente della Repubblica e poi, messo con le spalle al muro dalle opposizioni, ha fatto marcia indietro». Per Di Pietro, il neo ministro al Decentramento ha un solo obbligo: «dimettersi e farsi processare».
L'Italia dei valori con più voci ha ribadito la necessità di far fronte comune per chiedere le dimissioni del ministro con una una mozione di sfiducia unitaria «che raccolga le firme di tutti i parlamentari contrari alla vergognosa nomina». Per i capigruppo Idv di Senato e Camera, Felice Belisario e Massimo Donadi, la strada è ormai segnata e chiedono di agire rapidamente, già dalla prossima settimana estendendo l'invito anche ai rappresentanti della maggioranza: «Visto che anche il Pd è favorevole a un'iniziativa unitaria ci auguriamo che altre forze e singoli parlamentari, anche della maggioranza, che come noi pensano che questa nomina sia ignobile, si incontrino con Idv e Pd il più presto possibile».
L'affaire Brancher, dunque, un effetto sembra comunque averlo ottenuto, quello di aver ricompattato Idv e Pd. I capigruppo democratici di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, hanno già annunciato che «i gruppi parlamentari del Pd sono pronti, già dalla prossima settimana, a un confronto tra i gruppi di opposizione per concordare le iniziative parlamentari relative alla vicenda del ministro Brancher. Il nostro impegno è quello di ricercare la massima unità possibile di tutte le opposizioni».
Qualche scetticismo in più da parte di Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Udc rispondendo, sul suo sito, al quesito di una simpatizzante sull'ipotesi di una mozione di sfiducia nei confronti del neo ministro ha sottolineato come spesso «le mozioni di sfiducia hanno solo l'effetto di ricompattare maggioranze traballanti, qui c'è un dissidio durissimo aperto fra Pdl e Lega ed anche all'interno del Pdl. Siamo così sicuri che la mozione di sfiducia, al di là delle intenzioni, non rappresenti un aiuto insperato?». Comunque sia i parlamentari dell'Udc decideranno insieme il da farsi in caso di presentazione di una mozione di sfiducia: è fin troppo chiaro come il giudizio dei centristi sia negativo, tanto dal punto di vista generale (non si doveva estendere il legittimo impedimento a tutti i ministri), quanto dal punto di vista particolare. In sostanza, la domanda dell'Udc è una sola: che bisogno c'era di un ministero inutile?