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Elisabetta II in Canada per capire perché nella ex colonia la crisi è già un lontano ricordo

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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2010 alle ore 10:52.

OTTAWA - Il viaggio di otto giorni in Canada della Regina Elisabetta e del Duca di Edimburgo sta giungendo al termine in un paese che non sente affatto la crisi grazie ai prezzi delle materi prime, un'ottima situazione finanziaria e a banche che non hanno seguito la deregulation americana e quindi si sono salvate dalle difficoltà di Wall Street. Anzi Paul Volcker, l'ex governatore della Federal Reserve, ha additato in un famoso discorso tenuto non a caso a Ottawa proprio l'esempio canadese con una netta separazione tra banca d'investimento e banca commerciale come l'obiettivo della cosiddetta "Volcker rule", cuore della riforma finanziaria che il grande banchiere ha suggerito al presidente americano Barack Obama per uscire dalle secche finanziarie in cui Wall Street si è cacciata trascinando main street cioè tutto il paese.

Il Canada va bene perché è un'economia in forte espansione, che ha lasciato alle spalle la crisi. Il dollaro canadese ha tutti i numeri per poter far meglio di dollaro e euro. Il Canada è una di quelle commodity economies – come l'Australia o il Sudafrica – che dipendono molto dall'andamento delle materie prime e quindi del traino internazionale. La sua valuta segue l'andamento del petrolio. Questa volta è stata però la domanda interna a guidare la ripresa di Ottawa che appare dunque più robusta secondo i dettami tradizionali.

Il pil è aumentato nel primo trimestre del 6,1% annualizzato, grazie soprattutto alla ricostituzione delle scorte, e anche l'occupazione ha iniziato a migliorare dal mese di maggio.
La Banca centrale canadese ha addirittura iniziato ad aumentare i tassi, cioè ha iniziato la cosidetta exit strategy (sogno proibito di Bce e Fed) anche per fronteggiare qualche pressione inflazionistica.

Il Canada inoltre ha un solido sistema bancario, già tornato a registrare solide performances grazie alla prudenza precedente e a un sistema di controlli vecchio stile, Old England, cioé prima delle deregulation. Come se la crisi – che pure ha pesato – non ci fosse mai stata.

IL VIAGGIO DI ELISABETTA - Ultime tappe dicevamo per i reali d'Inghilterra che ieri sono atterrati nella capitale canadese, la seconda tranche del loro tour e hanno trovato un Paese con un'economia sana poprio grazie all'attaccamento alla tradizione finanziaria di prima della deregulation che invece ha investito la City londinese e che ne ha provocato la crisi. Si tratta della 22ª volta che la regina mette il piede sul suolo canadese. La coppia reale è stata accolta dal ministro dei Trasporti John Baird e da altre autorità. Hanno iniziato la visita a Ottawa partendo dal Canadian Museum of Nature dove Sua Maestà ha svelato una targa dedicata alla torre conosciuta come la Queen's Lantern. È stata mostrata, poi, per la prima volta al pubblico la statua di bronzo raffigurante il compositore jazz Oscar Peterson, al National Arts Centre. La regina e il marito hanno incontrato la vedova di Peterson, Kelly, e la figlia Celine.

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Canada e Australia, commodity economies dove la crisi è una cosa lontana

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Tags Correlati: Barack Obama | Bce | Elisabetta II | Fed | John Baird | National Arts Centre | Onu | Oscar Peterson | Ottawa | Paul Volcker | Politica | Wall Street

 

Il viaggio dei reali si concluderà il 6 luglio. Tra le ultime tappe Winnipeg, Waterloo e Toronto. A quel punto la Regina Elisabetta II il prossimo 6 luglio renderà omaggio alle vittime dell'11 settembre a New York. La sovrana britannica, secondo fonti americane, visitera' la zona di Ground Zero, luogo dell'attacco terroristico, con il marito, il Duca di Edinburgo, durante un viaggio di otto giorni in Canada. La Regina parlerà anche all'Onu, per la seconda volta dopo il suo primo discorso, nel 1957.

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