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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2010 alle ore 11:00.
Venderà la casa dello scandalo di Roma devolvendo parte del ricavato in beneficenza, ma per ora non torna in politica. Lo ha dichiarato l'ex ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, in una intervista al Corriere della Sera. «Ho dato mandato di vendere la casa di via Fagutale a Roma. Mi riprendo il mio prezzo e la differenza rispetto a quello che avevo versato, 900mila euro, so già a quali organizzazioni di beneficenza darla».
«Lo so che ho fatto la figura del...deficiente, ma era la pura verità», ammette Scajola a proposito a proposito della famosa conferenza stampa, nella quale affermò di non sapere da chi provenissero i soldi della compravendita dell'immobile e ribadisce che l'imprenditore Diego Anemone ha pagato parte della casa a sua insaputa. L'ex ministro ricorda che l'avviso di garanzia per riciclaggio che, secondo i giornali «mi doveva arrivare da un momento all'altro, non mi è mai arrivato», e che non è mai stato nemmeno convocato.
Sul perchè del suo viaggio a Roma in questi giorni, Scajola spiega che gli «sembrava doveroso stare vicino a Silvio Berlusconi in questo momento». E su un suo eventuale ritorno in politica, Scajola frena: «Ci vuole tempo. Cerco di ritrovare il mio equilibrio. Io ho sentito la morte dentro. Ho preso un pugno fortissimo nello stomaco, non capendo da dove arrivava.
Ora ho qualche sospetto».