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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 08:05.
A prima vista, quella di ieri potrebbe sembrare una giornata di tregua per l'Irlanda e per gli altri paesi europei nell'occhio del ciclone per il debito pubblico, la prima dopo alcune sedute cariche di tensione. In fondo le lancette del barometro che segnalano in modo più accurato l'ansia sui mercati, quegli spread che misurano l'extrarendimento che i titoli di stato di Dublino devono offrire rispetto al bund tedesco, sono rimaste ferme sui livelli della vigilia.
Anzi, sono leggermente scese: ieri sera un decennale irlandese rendeva il 6,91% contro il 6,95% del giorno precedente, con un premio nei confronti del corrispettivo titolo tedesco di 465 punti base anziché di 470 punti. E anche per gli altri «periferici» la situazione appariva più calma: lo spread greco in calo a 867 punti da 878 e quello del BTp di casa nostra a 166 da 169 punti. Anche il differenziale dei titoli portoghesi è sceso a 432 da 440 punti dopo che il primo ministro, José Socrates, ha annunciato un taglio agli stipendi pubblici del 5% per contenere le spese e un aumento dell'Iva dal 21% al 23 per cento.
Ma a ben vedere, sorprese e tensioni non sono mancate neppure ieri. Si è iniziato di buon mattino, con le anticipazioni del Financial Times su un nuovo intervento di Dublino in soccorso di Anglo Irish Bank, la banca sull'orlo del fallimento che sta spaventando i mercati. L'ulteriore iniezione di capitale da 5 miliardi di euro farebbe parte di un piano di intervento che dovrebbe portare a circa 30 miliardi il conto da pagare per soccorrere l'istituto.
In serata, poi, il ministro delle finanze Brian Lenihan ha confermato che il piano di salvataggio e la stima finale dei costi saranno svelati oggi. La notizia, di per sé, non sarebbe certo di quelle tranquillizzanti, ma per uno di quei meccanismi a volte poco comprensibili dei mercati non ha provocato un nuovo temuto crollo dei titoli di stato irlandesi. «Il conto complessivo indicato è inferiore ai 35 miliardi stimati martedì da S&P», hanno commentato i trader, sottolineando che i valori dei bond scontavano già questo scenario peggiore e che avrebbero anche apprezzato lo sforzo di trasparenza del governo.