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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 13:42.
I carabinieri del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) hanno trovato tracce di impronte digitali di diverso tipo sul cellulare di Sara Scazzi. Lo si è appreso da fonti investigative. Il telefonino della 15enne di Avetrana, uccisa dallo zio reo confesso Michele Misseri il 26 agosto scorso, venne consegnato ai carabinieri dallo stesso omicida, privo di batteria il 29 settembre.
L'uomo disse, per depistare gli investigatori, di averlo trovato casualmente vicino a rami e foglie secche bruciate in un podere in cui aveva lavorato la sera prima. Gli inquirenti stanno cercando di capire se nell'omicidio della 15enne sia coinvolto anche un complice. Intanto, per la prima volta dal giorno del suo arresto, Michele Misseri ha detto di essersi pentito «mentre quel pomeriggio, dopo aver sepolto nel pozzo il corpo di Sarah, mi sono messo a bruciare i vestiti».
Misseri, che ha reso ampia confessione agli investigatori, ha raccontato di aver successivamente abusato del corpo della nipote prima di farlo sparire in fondo ad un pozzo, dove lui stesso 42 giorni dopo lo ha fatto ritrovare: ora è rinchiuso in una cella di isolamento del carcere di Taranto. Ma ancora, nonostante siano trascorsi 8 giorni dal ritrovamento del corpo di Sarah, ancora un velo di mistero insiste su questa vicenda.
Gli specialisti dell'Arma dei carabinieri, intanto, stanno analizzando diversi numeri di cellulare che in qualche modo hanno potuto avere a che fare con questa storia. I cellulari esaminati dai militari del colonnello Giovanni Di Blasio, sono quelli di Sabrina (cugina di Sarah), di Ivano (un giovane che sarebbe stato inutilmente cercato da Sabrina il 26 agosto), del padre di Sabrina (lo zio Michele) e di Mariangela (un'amica).
Da questi telefonini sono partiti una serie di sms il pomeriggio del 26 agosto, ma questi sms risultano cancellati dagli apparecchi, il lavoro dei carabinieri è quindi più complesso. Dalla ricostruzione degli sms si potrebbero, ad esempio conoscere gli spostamenti di Sabrina e del padre, che ha confessato l'assassino. Una cosa al momento pare certa, che i due quel pomeriggio, almeno fino alle 16,30 non fossero nella stessa zona, stando a quanto si rileva dalle celle telefoniche.