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Ancora primati per oro e argento

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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2010 alle ore 06:35.

«Molte ragioni per comprare, ben poche per vendere». David Thurtell, di Citi, sintetizza così il pensiero prevalente tra gli analisti, riguardo all'oro e alla sua apparentemente irresistibile ascesa, che l'ha portato ieri al record storico per il quarto giorno consecutivo. I rinnovati timori per le economie della zona euro sono stati il pretesto per l'ultima ondata di acquisti, che ha spinto le quotazioni fino a un picco di 1.424,10 dollari l'oncia, prima di cedere il passo in serata alle prese di profitto. Questa volta, il dollaro si è apprezzato in tandem con il lingotto, beneficiando anch'esso delle difficoltà della divisa europea.

Ma l'oro – rincarato di oltre il 30% dall'inizio dell'anno – è ormai sostenuto da tali e tanti fattori, da renderlo quasi completamente autonomo dall'andamento delle singole valute. Anzi, è quasi certamente proprio la sua identità di "valuta" dall'offerta limitata a renderlo uno degli asset privilegiati dagli investitori. Il secondo piano di quantitative easing della Federal Reserve, che riverserà altri 600 miliardi di dollari su mercati già sommersi dalla liquidità, è stato decisivo per accelerare la corsa – peraltro già avviata – non solo dell'oro, ma anche degli altri metalli preziosi e più in generale delle commodities. Anche l'argento ieri ha di nuovo aggiornato il suo record trentennale, volando oltre 29 $/oncia, con volumi di scambio ai massimi dal 1976 al Comex. Platino e palladio, dal canto loro, hanno toccato livelli che non vedevano rispettivamente da due e da nove anni. Massimi storici o pluriennali sono stati raggiunti, per l'ennesima volta negli ultimi giorni, anche da rame, cotone, zucchero, caffè. E il petrolio soltanto sul finire della seduta è arretrato dal record biennale.

La paura del risveglio dell'inflazione è sempre più concreta, dopo le ultime manovre di politica monetaria della Fed. Ma la reazione innescata sui mercati rischia di trasformarla in una sorta di profezia autoavverante: per proteggere il portafoglio si comprano commodities, ma in questo modo se ne fanno salire le quotazioni e prima o poi (i tempi di trasmissione al sistema cambiano a seconda della materia prima) ci saranno ripercussioni anche sui prezzi al consumo. A meno che quella che sta assomigliando sempre di più ad una bolla non finisca con lo scoppiare.

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Tags Correlati: Comex | David Thurtell | Fed | Unione Europea

 

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