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Il Nuovo Polo riunito a Todi chiede le elezioni e sogna una leader donna e quarantenne

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2011 alle ore 15:16.

La fine di Berlusconi, le elezioni, il no al federalismo e anche l'ipotesi di una leader donna: sono questi i temi principali discussi alla convention del Nuovo Polo per l'Italia, chiusa oggi a Todi, alla quale hanno partecipato i 100 parlamentari che aderiscono al progetto, provenienti dalle fila di Udc, Fli, Api, Mpa, e Liberal Democratici. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il cui intervento era previsto per stamane a conclusione dei lavori, non ha partecipato perché influenzato.

Tuttavia, il suo ruolo, ha ribadito Francesco Rutelli, leader dell'Api, sarà difeso in mdoo «compatto» dal Nuovo Polo: «Noi difenderemo il ruolo di Gianfranco Fini - ha aggiunto Rutelli - perché egli è stato un impeccabile presidente della Camera e l'aggressione nei suoi confronti è vile perché indebolisce le istituzioni». Quindi «cessino le polemiche: se Fini si fosse mostrato in una sola occasione un presidente di parte, non rispettoso dei regolamenti, se avesse esercitato le proprie convinzioni di parte nell'alto esercizio delle sue funzioni - ha concluso - non saremmo qui».

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Casini: meglio occuparsi di elezioni che di ragazzine
«Se ci saranno, le elezioni vanno benissimo, perché con la politica del tirare a campare che si occupa delle ragazzine di Berlusconi meglio andare al voto. Rispetto a questo scenario, l'unica strada è quella di un passo indietro del premier». Lo ha detto il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, parlando con i giornalisti a Todi. «Questa - ha scandito Casini - non è una vendetta ma il disegno di pacificare il Paese. Le elezioni non sono la via maestra: meglio sarebbe, ripeto, un passo indietro di Berlusconi. È poi necessario che gli elettori scelgano i propri parlamentari - aggiunge Casini - e questo si può fare rimettendo le preferenze dei collegi uninominali». «Come ha detto Rutelli, il Nuovo Polo non nasce per fare vendette ma per pacificare e rasserenare gli italiani e il paese - ha proseguito Casini - Non vogliamo costruire una proposta politica attraverso una persona sola, salire sul predellino di un'auto dicendo "venite con me", è esattamente l'opposto di ciò che abbiamo in mente noi». Il leader dell'Udc ha anche riservato un commento al federalismo, dicendo che «un federalismo come questo, che vuole aumentare le tasse, non lo possiamo votare».

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Tags Correlati: Api | Berlusconi | Confindustria | Elezioni | Emma Marcegaglia | Francesco Rutelli | Gianfranco Fini | Idv | Italo Bocchino | Movimento per l'Autonomia | Pier Ferdinando Casini | Sel | Todi | Udc

 

E se Berlusconi scenderà in piazza il 13 febbraio, per Casini sarà «un chiaro segno di impotenza».

Rutelli esclude dall'alleanza «giustizialisti e massimalisti»
«Giustizialisti e massimalisti debbono sapere che con noi non ci sarà nessuna alleanza», ha detto poi Francesco Rutelli, che così ha chiuso abbastanza esplicitamente le porte a un patto con Idv e Sel. «Non saremo, anche una volta finita l'era Berlusconi, il polo delle vendette. Vogliamo immaginare di essere la forza, l'area che scongiura l'era degli accanimenti e delle vendette degli ultimi anni. Insomma, non si pensi che dopo questi anni ci sarà una conclusione alla Ben Alì. Dovrà essere invece una conclusione politica», ha concluso il leader dell'Api.

Per Bocchino servirebbe un leader donna, quarantenne e credibile
«Una donna quarantenne, credibile. Sarebbe l'antidoto al malessere che Berlusconi ha determinato nel Paese, anche rispetto all'elettorato femminile». Italo Bocchino traccia così l'identikit del "portavoce" ideale del Terzo Polo perché «non abbiamo bisogno di un leader ma di un portavoce». Sembra la descrizione della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ma Bocchino fuga i dubbi: «Non sarebbe disponibile. Avere la Marcegaglia significherebbe sparigliare tutto, ma è assurdo». «Abbiamo bisogno di una persona che abbia credibilità ma che non sia necessariamente un leader perché in caso di elezioni noi saremmo determinanti per governare ma non fornendo il premier», spiega Bocchino lasciando intendere che il Terzo Polo sarebbe pronto ad appoggiare una candidatura forte di una altra formazione politica. «Non si può prescindere da noi nella prossima legislatura», aggiunge. «E Montezemolo?» Gli viene chiesto. «Se decide di fare politica e scendere in campo - conclude - ci può essere una convergenza...».

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