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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 11:54.
Nel 2010 la corruzione è aumentata del 30,22 per cento: è l'allarme lanciato dal procuratore generale della Corte dei Conti, Mario Ristuccia, nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011, a Roma, alla presenza del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. In totale, carabinieri, guardia di finanza e forestale hanno denunciato 237 casi di corruzione (+30,22% rispetto al 2009), 137 di concussione (-14,91%), 1.090 di abuso di ufficio (-4,89 per cento). In calo però le persone denunciate nel 2010: 709 per corruzione (-1,39% rispetto al 2009), 183 per concussione (-18,67%) e 2.290 per abuso di ufficio (-19,99 per cento). Si tratta di «patologie che continuano ad affliggere la pubblica amministrazione - ha detto Ristuccia a proposito di corruzione e frode - soprattutto in materia di aiuti e contributi nazionali e dell'Unione europea». I dati, secondo Ristuccia, «non consentono ottimismi».
Con federalismo, rischio squilibri gettito fiscale
Dal canto suo, il presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino ha sottolineato il rischio che il federalismo «possa produrre squilibri in termini di dislocazione territoriale del gettito fiscale e di incertezza sulla sua effettiva invarianza». Giampaolino ha evidenziato «i profili di positività» della riforma, ma ha criticato «la coerenza del disegno con gli obiettivi e i criteri della delega, la reale fattibilità dei risultati attesi e la sostenibilità delle soluzioni proposte». Nel mirino di Giampaolino anche le delibere del Cipe: «arrivano alla Corte dei conti in ritardo e per di più disordinate» e la costituzione e la partecipazione in società che, secondo il presidente della Corte, sono spesso utilizzate da province e comuni «per eludere i vincoli di finanza pubblica imposti agli enti locali e le regole a tutela della concorrenza».
È allarme crescita
Giampaolino ha puntato il dito anche contro il rallentamento della crescita economica «nonostante le misure di freno della spesa e l'aumento delle entrate tributarie». Di qui la richiesta «urgente» di riqualificare la spesa pubblica. «È stata avanzata la preoccupazione per l'effetto di un ulteriore rallentamento della crescita economica verosimilmente connesso alle misure di freno della spesa e di aumento delle entrate tributarie - ha detto Giampaolino - e a Corte ha sollecitato "l'urgenza di un impegno rafforzato in direzione della riqualificazione