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Bersani: il ministro Gelmini dovrebbe dimettersi. Il premier: le mie parole sono state travisate

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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2011 alle ore 15:41.

Dopo i giudizi di Silvio Berlusconi sulla scuola il ministro Mariastella Gelmini dovrebbe dimettersi. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: «Se la Gelmini fosse un vero ministro, invece che arrampicarsi sui vetri per difendere Berlusconi, dovrebbe prendere atto degli inaccettabili attacchi che il premier ha rivolto agli insegnanti e alla scuola pubblica e dimettersi». Il Partito democratico ha proclamato un sit di protesta a Palazzo Chigi (via del Corso davanti a Galleria Colonna) martedì 1° marzo alle 17: 30. La presa di posizione di Bersani ha provocato una replica ufficiale di Palazzo Chigi, oltre alle reazioni del ministro dell'Istruzione.

Berlusconi a tutto campo attacca scuola pubblica e unioni gay

Con richiami di sapore antico, ha commentato ancora Bersani, «Berlusconi se la prende con comunisti e gay, insultando così l'intelligenza e la coscienza civile del Paese. All'elenco, Berlusconi stavolta ha aggiunto gli insegnanti della scuola pubblica. Uno schiaffo inaccettabile a chi lavora con dedizione in condizioni rese sempre più difficili dal governo. La scuola pubblica è nel cuore degli italiani. È il luogo in cui l'Italia costruirà il suo futuro. Noi siamo con la scuola pubblica e non permetteremo che Berlusconi la distrugga».

Non si è fatta attendere la reazione del ministro Gelmini: «Bersani si rassegni, la scuola non è proprietà privata della sua parte politica. La sinistra guarda alla scuola pubblica italiana come ad un luogo di indottrinamento ideologico. Noi vogliamo un sistema educativo che abbandoni vecchi slogan e punti sul merito, sull'efficienza e sulla valutazione per valorizzare ancora di più il ruolo dei docenti e dare agli studenti una formazione di qualità. Ogni giorno Bersani chiede in maniera scomposta le dimissioni di qualche esponente del governo. Lo invito invece a riflettere sugli errori storici della sinistra, incapace di leggere la modernità e capire le esigenze della società in cui viviamo».

Gli altri commenti
Anche Futuro e libertà per l'italia prende posizione a favore della scuola pubblica. «Il vero centrodestra, quello di Fini e di Fli, sta dalla parte della scuola pubblica, così come prevede la Costituzione, senza nulla togliere alla scuola privata, che in parte svolge unafunzione molto positiva». A rivendicarlo è Italo Bocchino osservando che «in Italia esistono tre tipi di scuole private: quella cattolica va sostenuta e rispettata per quanto di buono fa; poi c'è la scuola privata che funge da diplomificio a pagamento e che andrebbe chiusa; infine, c'è la scuola privata per i figli dei ricchi, utile a farli diventare di norma ignoranti, ma poliglotti».

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Tags Correlati: Camera dei deputati | Fabrizio Cicchitto | Gianfranco Fini | Italia | Italo Bocchino | Mariastella Gelmini | Pd | PDL | Pier Luigi Bersani | Scuola e Università | Silvio Berlusconi

 

A Bocchino ha ribattuto il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: «È singolare come una parte della ex maggioranza, il Fli, e l'opposizione con Bersani si trovino pronti nello strumentalizzare alcune frasi del premier. Da sempre il nostro pensiero è chiaro a riguardo». Cicchitto parla di «una forzatura del tutto anacronistica richiamarsi oggi alla scuola gentiliana perchè esisteva nella formazione degli anni Trenta indubbiamente un orientamento unilaterale». «Oggi - aggiunge - è essenziale che la scuola pubblica sia pluralista e non faziosa e tale è, a parte alcuni nuclei estremisti del tutto minoritari che scambiano l'insegnamento per propaganda. Per il resto nella scuola pubblica ci sono molti insegnanti che con abnegazione e competenza portano avanti in modo pluralista la loro professione».

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