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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 12:23.

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Controffensiva di Gheddafi nell'est della Libia. L'Onu: folla enorme al confine con la TunisiaControffensiva di Gheddafi nell'est della Libia. L'Onu: folla enorme al confine con la Tunisia

Frattini: la retorica anti-italiana è segno di debolezza del regime
«Non rispondo a Gheddafi», ha spiegato il capo della diplomazia italiana, il ministro degli Esteri Franco Frattini, durante una conferenza stampa alla Farnesina, rispondendo alla domanda di un giornalista, «la retorica anti-italiana è semplicemente il segno di una debolezza del regime». L'Italia, comunque, sta pensando di allestire «un campo di assistenza» nell'area di Rais Eider, al confine tra Libia e Tunisia, dove attualmente stazionano decine di miglia di profughi, ha aggiunto Frattini. Il capo della diplomazia italiana ha spiegato che l'Italia conta di aver messo a punto i dettagli per «due iniziative umanitarie», la seconda delle quali riguarderà Bengasi, dove «appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno» arriverà una nave italiana dalla Sicilia carica di derrate alimentari, kit medici e generatori elettrici.

Controffensiva in corso a Brega, i ribelli abbattono aereo governativo
In mattinata le forze fedeli al leader libico Muammar Gheddafi sono entrate nella località di Brega, a 200 chilometri da Bengasi, controllata finora dalle milizie ribelli. Le forze di Gheddafi, che disporrebbero di blindati e artiglieria pesante, hanno attaccato prima il piccolo aeroporto della località per poi occupare uno dei quartieri residenziali della cittadina, che ospita anche di un terminal petrolifero. Secondo quanto riporta la rete satellitare Al Arabiya il bilancio delle vittime sarebbe di almeno 14 morti. Fonti dei ribelli hanno però sostenuto di aver respinto gli attacchi e riconquistato la città. Brega si trova a una sessantina di chilometri da Adjabiya, il cui arsenale militare è stato attaccato di nuovo questa mattina dall'aviazione militare di Gheddafi. Per la tv Al Jazira, però, un aereo delle forze governative libiche è stato abbattuto dai ribelli mentre stava bombardando le zone vicino alla città.

Dubbi all'Onu sulla no-fly zone
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu potrebbe intanto adottare delle nuove misure contro la Libia, compresa la creazione di una zona di interdizione al volo: lo ha dichiarato l'ambasciatore britannico presso le Nazioni Unite, Mark Lyall Grant. Il Consiglio di Sicurezza ha già adottato delle sanzioni economiche nei confronti del leader libico Muammar Gheddafi e dei suoi familiari e collaboratori, oltre a un embargo sulle forniture belliche e di altro materiale. La zona di interdizione al volo è stata tuttavia accolta senza troppo entusiasmo non solo dalla maggior parte dei governi - tiepidi Francia e Usa, decisamente contrari Russia e Turchia - ma anche dagli specialisti militari, incluso il capo del comando centrale Usa, James Mattis. La Lega Araba tuttavia ha fatto sapere di essere pronta a sostenere la creazione di una no-fly zone sulla Libia ma non un intervento militare straniero. In una nota ufficiale i ministri della Lega hanno fatto sapere che «valuteranno il modo migliore di proteggere i cittadini libici e garantire loro la sicurezza, compresi l'imposizione di un'area di esclusione aerea e il coordinamento tra la Lega Araba e l'Unione africana su questo tema».

L'Iran dice no a un'intervento militare in Libia
La repubblica islamica dell'Iran critica le «violenze inumane» del regime di Muammar Gheddafi ma mette in guardia l'Occidente contro ogni ipotesi di intervento militare in Libia. La repressione del «movimento popolare» in Libia «non deve servire come scusa per un'interferenza militare, né l'Occidente deve tentare di trasformare gli altri paesi in basi militari», ha commentato il ministero degli Esteri iraniano.

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