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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2011 alle ore 11:19.

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Obama conferma: sul tavolo della Nato anche l'opzione militare - Frattini: le basi italiane sono disponibili (Afp)Obama conferma: sul tavolo della Nato anche l'opzione militare - Frattini: le basi italiane sono disponibili (Afp)

La ricognizione della Nato 24 ore su 24 ore
Intanto aerei da ricognizione Awacs della Nato stanno sorvegliando 24 ore su 24 i cieli della Libia. Lo ha indicato in una conferenza stampa telefonica il rappresentante permanente Usa alla Nato Ivo Daalder.

Gates: sostegno internazionale a missione militare. Per un eventuale intervento in Libia occorre che ci sia un sostegno internazionale: lo ha affermato il capo del Pentagono, Robert Gates, a margine di una visita in Afghanistan. Gates ha poi sottolineato come la reazione del regime degli ayatollah di fronte alle proteste in Iran, ispirate a quelle nei Paesi arabi della regione, ne abbia dimostrato la brutalità.

Il regime libico sta cercando di riprendere il controllo del Paese con raid aerei contro i ribelli e manifestazioni di "vittoria" a Tripoli, affermando di aver riconquistato molte città, circostanza che la guerriglia smentisce malgrado abbia perso terreno(e la stampa britannica parla oggi di un piano segreto americano per armare gli insorti). A Ras Lanuf i combattenti hanno fatto uso di artiglieri contraerea. Un nuvola di fumo si è alzata a circa a due chilometri a est della città, nel deserto. Sei pezzi d'artiglieria sono stati piazzati in un posto di blocco e puntati verso il cielo per colpire, eventualmente, aerei guidati da fedelissimi di Gheddafi.

A Mistrata 21 persone uccise nei raid dell'esercito. A Mistrata, città dell'ovest del paese, ieri sono morte 21 persone e si sono verificati 91 feriti, colpiti dai proiettili dei carri armati di Gheddafi. «La maggior parte delle vittime sono civili. Tra queste vi è un bambino di soli due anni e mezzo», ha raccontato un medico. Scontri anche a Bin Jawad, dove il bilancio à stato di 12 morti e 2 feriti, tutti ribelli anti-Gheddafi.

Sale a 12 morti e 2 feriti il bilancio degli scontri a Bin Jawad - a 30 chilometri a ovest di Ras Lanouf - tra i fedelissimi di Muammar Gheddafi e i dissidenti antiregime. Lo riferiscono fonti mediche.Testimoni hanno anche rivelato all'Afp che le vittime, tutti rivoltosi anti-Gheddafi, sono state trasportate a Bengasi, roccaforte delle milizie antigovernative. Gli scontri di Ben jawad sembrano fotografare sintomaticamente la situazione sul campo. Qui i ribelli sarebbero stati costretti a indietreggiare e quindi a rinunciare almeno momentaneamente alla loro avanzata verso Sirte, città natale del rais. Rispetto a qualche giorno fa, quando l'avanza degli insorti sembrava inarrestabile, è un'inversione di tendenza significativa. Ma in diverse città, siamo ormai alla guerra civile.

Le forze di Gheddafi dirette a Bengasi. La televisione di stato libica ha annunciato che le forze fedeli al colonnello Gheddafi sono dirette a Bengasi, roccaforte dell'opposizione quasi mille chilometri a est di Tripoli. A Misurata, terza città della Libia 150 chilometri a est di Tripoli, un residente e un ribelle hanno detto per telefono che la città era controllata dalla guerriglia, malgrado un'offensiva del governo con armi pesanti.

Piano segreto americano. A cambiare gli equilibri, al momento a favore del regime, potrebbe essere un "piano segreto" americano di cui parla oggi la stampa britannica. Nel tentativo di far cadere Muammar Gheddafi senza un coinvolgimento militare diretto nella crisi in Libia, gli Stati Uniti avrebbero chiesto all'Arabia Saudita di rifornire armi ai ribelli di Bengasi. Riad, che sta già facendo fronte «al giorno della collera» della sua comunità sciita (pari al 10% della popolazione), ha però mancato, fino ad ora, di rispondere alle richieste di Washington, nonostante il re Abdullah odi personalmente il leader libico che tentò di farlo assassinare circa un anno fa.

Aiuti umanitari italiani a Bengasi. Nel paese africano intanto arrivano i primi aiuti italiani con l'attracco a Bengasi della nave Libra mentre le Nazioni Unite hanno deciso la nomina di un nuovo invitato speciale. Partita l'altro ieri da Catania, La nave Libra della Marina Militare italiana è entrata questa mattina nel porto libico di Bengasi, dove sta procedendo alle operazioni di attracco. Lo riferiscono fonti della Marina militare. La nave ha a bordo circa 25 tonnellate di aiuti e materiale fornito dalla Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri, destinato alla popolazione di Bengasi, la città diventata il simbolo della rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi.

Nuovo inviato Onu in Libia. Le Nazioni Unite hanno nominato un nuovo inviato in Libia: si tratta dell'ex ministro degli Affari esteri giordano, Abdelilah al Khatib che, secondo quanto riferisce la Bbc, avrebbe già ricevuto il gradimento del colonnello Muammar Gheddafi. Al Khatib sarà l'inviato speciale del segretario generale dell'Onu ban Ki-moon nel paese nordafricano e dovrà "avviare consultazioni urgenti con le autorità di Tripoli e della regione sull'attuale situazione umanitaria", si legge in un comunicato del Palazzo di vetro.

Domenica nel ventesimo giorno di rivolta, il colonnello Muammar Gheddafi si è detto favorevole a una commissione d'inchiesta «delle Nazioni Unite o dell'Unione africana» per valutare la situazione. Ha inoltre brandito lo spettro di al Qaida e di una massiccia immigrazione in Europa.

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