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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2011 alle ore 20:01.

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Francesco Pizzetti (Agf)Francesco Pizzetti (Agf)

A seguito di segnalazioni ricevute da parte di soggetti interessati, il Garante per la protezione dei dati personali, Francesco Pizzetti, ha avviato un'attività istruttoria in ordine alla pubblicazione di informazioni personali da parte di due quotidiani. Un'istruttoria riguarda la pubblicazione da parte del Giornale del contenuto di e-mail scambiate all'interno di una mailing list riservata a magistrati, compresa, in particolare, la diffusione di indirizzi di posta elettronica privati di alcuni iscritti alla lista. L'altra istruttoria si riferisce alla pubblicazione, da parte del Corriere della Sera, di informazioni relative ad un estratto conto, ricondotto dal giornale a presidente del consiglio, Silvio Berlusconi.

La «più viva indignazione» dell'Anm
In precedenza l'Associazione nazionale magistrati aveva chiesto al Garante della privacy l'apertura di un'istruttoria. La pubblicazione era corredata di nomi, cognomi, funzioni e indirizzi email dei protagonisti dello scambio epistolare, molto critico nei confronti del governo e della riforma costituzionale annunciata. A conclusione della riunione odierna, la giunta dell'Anm ha espresso «la più viva indignazione» per la pubblicazione «tratta illecitamente dalle liste di discussione interne alla magistratura».

Ghedini: palese violazione della privacy
«Anche oggi il Corriere della Sera pubblica alcuni atti processuali del tutto inconferenti rispetto alle indagini e in palese violazione della privacy del Presidente Berlusconi», ha dichiarato Niccolò Ghedini, avvocato del premier, in una nota, a proposito dell'articolo del giornale di via Solferino dal titolo "Avvocati, donne, case e regali. Tutte le spese del Cavaliere».

«Non si comprende - ha proseguito Ghedini - come spese personali e familiari possano essere oggetto di cronaca giornalistica collegandoli artificiosamente al processo Ruby. A ciò si aggiunga che, non essendovi stato alcun controllo giurisdizionale su quei documenti, essendo penalmente irrilevanti, né un controllo da parte del giornale che si è limitato a collegare cognomi e cifre, è facile incorrere in palesi errori».

«La somma che con grande evidenza viene riferita all'avvocato Niccolò Ghedini ad esempio - ha precisato il legale di Berlusconi - è del tutto erronea non avendo mai ricevuto alcun versamento da parte del presidente Berlusconi. Ed infatti si tratta della parcella emessa dallo studio legale associato Ghedini, di cui non fa parte l`avvocato Niccolò Ghedini, e che ricomprende l`avvocato Vittoria Nicoletta Ghedini, l`avvocato Luisa Ippolita Ghedini e l'avvocato Elena Dalla Costa. Tale parcella era stata emessa per la nota causa di separazione. A parte i grandi vincoli di affetto e di stima che mi legano alle mie sorelle, non vi è alcuna cointeressenza, né diretta né indiretta, di carattere economico nella professione, ma un regime di totale divisione che prevede solo l`utilizzo comune degli spazi presso lo studio di Padova che fu di nostro padre. Era sufficiente quindi una banale verifica anche telefonica per evitare di pubblicare con grande risalto una notizia totalmente sbagliata».

«Un articolo giornalistico dal contenuto pesantemente diffamatorio, volto a delegittimare una delle fondamentali istituzioni dello Stato» e che «costituisce una palese violazione delle disposizioni contenute nel codice della privacy». L'Associazione nazionale magistrati reagisce con durezza all'articolo del Giornale dal titolo «Lo scambio di e-mail» ,«all'interno del quale sono riportati i contenuti della corrispondenza effettuata da alcuni magistrati nell'ambito di mailing list interne alla magistratura, con la illecita diffusione anche degli indirizzi di posta elettronica degli autori dei messaggi»,

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