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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 19:43.

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Comprare un iPhone a New York o Boston?
Decidere l'acquisto d'un iPhone a New York, per esempio, implica l'aggiunta, sul prezzo base, d'una imposta sulle vendite pari quasi al 9%, mentre lo stesso modello acquistato a Boston sconta una aliquota generale che s'arresta al 5 per cento. L'effetto sul prezzo di vendita finale è piuttosto ovvio, come quello che esercita sulle scelte di consumatori e operatori del settore. E non è finita. Sui profitti le società hanno un ricco ventaglio di opzione tra cui scegliere. In California l'aliquota è prossima oramai al 9%, mentre in Kansas è ferma al 4 per cento. A New York il tasso è del 7%, ma per i piccoli imprenditori è previsto un percorso agevolato. E il Delaware? L'aliquota è pari all'8,7%, ma è sufficiente guardare all'estero per poi farvi ritorno per assicurarsi ampie agevolazioni e, soprattutto, una significativa velatura dei rispettivi profili finanziari.

La casa in nome del fisco
Comunque, l'imposta che riassume meglio, in modo accademico, l'eterogeneità quasi incontrollata della fiscalità statunitense è quella che si applica sulla proprietà. Innanzitutto, competenza in materia è soprattutto appannaggio delle autorità locali, città e contee, e in misura quasi micro degli Stati. In totale, ogni anno il gettito derivante dalla tassazione della proprietà è pari a 468miliardi di dollari. Sempre restando sul bilancio del contribuente medio, la casa implica un esborso in media pari a circa 2000mila dollari, con variazioni considerevoli a seconda dell'area in cui si risiede. Per i contribuenti facoltosi, invece, cioè con redditi che oltrepassano i 150mila dollari, la proprietà richiede il versamento di almeno 12mila dollari l'anno.

Comunque, mentre a Houston su di un immobile di 200mila dollari di valore l'imposta da pagare è di circa 5mila dollari, a New York, sempre in media, può arrestarsi a 700dollari. La differenza deriva da due fattori fondamentali. Il primo riguarda direttamente l'aliquota, pari al 2,5% a Houston e al 16% a New York. In secondo luogo sono la modalità di calcolo del valore tassabile dell'immobile, abbinata con significative soglie d'esenzione connesse al reddito, che trasformano a conti fatti le due aliquote nei seguenti tassi reali dell'imposta, 2,5% a Houston, che quindi resta invariato, e 0,7% a New York, dove sono decine di migliaia le unità abitative dove le posizioni reddituali escludono, per l'esiguità, ogni forma di tassazione. E per concludere sulla proprietà, l'argomento è talmente spinoso che in ben 21 Stati sono ad oggi in vigore delle norme che impongono un tetto, in genere al 2%, che impedisce aumenti maggiori, o peggio, indiscriminati, sulle aliquote da applicare.

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