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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 08:19.

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Centrali nucleari: a Fukushima salito livello di radiazioni
Poco dopo le prime scosse il governo giapponese aveva dichiarato lo stato di emergenza per la centrale nucleare di Onagawa nella prefettura di Miyagii. Qui era divampato un incendio che è stato domato. Il governo aveva fatto sapere che il processo di raffreddamento di uno dei reattori non stava procedendo come previsto. L'emergenza era poi scattata anhe per la centrale di Fukushima. Dove la situazione sembra stia tornando alla normalità. Le notizie che arrivano sono però frammentarie e poco fa (alle 18.22 ora italiana) l'agenzia Kyodo ha parlato di livello delle radiazioni in rialzo per l'impianto numero uno di Fukushima. Dopo i primi allarmi il governatorato della regione aveva ordinato già lo sgombero dei seimila abitanti che risiedono nella zona più vicina all'impianto. Secondo i dati forniti dal Ministero dell'industria nipponico Dopo la scossa undici reattori nucleari sono andati automaticamente in blocco - tra i quali due della centrale di Fukushima, senza che sia scattato il sistema automatico di raffreddamento del nucleo, attivato in situazioni di emergenza.

Traffico aereo sospeso
Il traffico aereo è sospeso allo scalo internazionale di Narita, a Tokyo. Nel nord-est del Paese sono stati subito fermati anche i treni espressi Shinkansen, mentre le autostrade della regione di Tokyo sono state chiuse alcuni minuti dopo la scossa.

Il mare nelle strade a Miyagi
A Miyagi, capoluogo dell'omonima prefettura, l'acqua dal mare si è riversata all'improvviso nelle strade, trascinando via con sè auto e cartelloni pubblicitari. Il porto si è riempito di carcasse di veicoli. Gli esperti hanno ammonito che sismi di tale potenza diventano ancora più pericolosi con il passare delle ore, giacchè è soprattuto dopo un certo periodo di tempo che lo tsunami, alimentandosi della propria stessa forza, è in grado di assumere dimensioni particolarmente estese.

Onu: più di 45 paesi pronti a intervenire
L'Onu è pronta ad inviare squadre di ricerca in soccorso della popolazione nipponica, colpita oggi da un violento terremoto di magnitudo 8,9 e da uno tsunami di 10 metri che si é abbattuto sulle coste giapponesi. «Oltre 68 squadre provenienti da più di 45 paesi sono in attesa, pronte a intervenire», ha dichiarato Elisabeth Byrs, portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari. Anche gli Stati uniti hanno offerto aiuto. L'offerta è arrivata dall'ambasciatore a Tokyo John V. Roos. «Abbiamo appreso con grande preoccupazione la notizia del devastante terremoto e dello tsunami che oggi hanno colpito il Giappone e la regione del Pacifico», si legge in una nota in cui l'Ue esprime le condoglianze e il sostegno alle autorità governative e alla popolazione colpita. In aggiunta alle risposte che arriveranno dai singoli Stati membri, il Consiglio Ue ha chiesto all' Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton e alla Commissione di «mobilitare tutta l'assistenza necessaria».

L'industria colpita dal terremoto: Toyota e NIssan chiudono alcuni impianti
Le conseguenze dell'eccezionale terremoto hanno colpito anche tutta l'industria automobilistica che ha nella parte settentrionale del Paese numerosi stabilimenti. Come ha già fatto Toyota, che ha chiuso alcune fabbriche, anche Nissan Motor - secondo Reuters - ha già bloccato la produzione in quattro stabilimenti. Nella prefettura di Tochigi, a nord di Tokyo, il crollo di una soffittatura avrebbe provocato la morte di una persona che lavoravano in una fabbrica della Honda Motor, altre 30 sarebbero rimaste ferite. Produzione interrotta anche in sei stabilimenti della Sony, mentre la Panasonic sta valutando i danni e ci sono alcuni lavoratori con lesioni lievi. La Fuji ha chiuso invece cinque impianti.

Contattati 10 dei 28 italiani presenti nelle zone colpite
Dall'Italia è giunto il cordoglio e la vicinanza del capo dello Stato Giorgio Napolitano e del premier Silvio Berlusconi che hanno assicurato aiuti alle popolazioni colpite. L'ambasciata italiana a Tokyo si è subito attivata per contattare i 28 connazionali residenti nelle aree investite dalla tragedia. Dieci di questi sarebbero già stati contattati e stanno bene. Nella prefettura di Miyagi, in particolare, sono stati rintracciati 2 nuclei familiari (su 7 presenti), per un totale di 6 persone. A Fukushima, invece, sono stati allacciati contatti con 3 nuclei familiari (su 4 presenti) per complessive 4 persone. Ancora nessuna notizia dalle prefetture di Aomori e Iwate, mentre da Sendai, la città pesantemente colpita dallo tsunami, la polizia locale ha fatto sapere che non risultano al momento cittadini stranieri tra le vittime.

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