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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 11:34.

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Frattini: l'Italia avrà ancora posizioni di preminenza con la Libia post GheddafiFrattini: l'Italia avrà ancora posizioni di preminenza con la Libia post Gheddafi

Con la nuova Libia del dopo Gheddafi «confermeremo le posizioni» di preminenza che aveva l'Italia, anche nel settore energetico. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervistato questa mattina da Radio 24. Il titolare della Farnesina, che oggi a Londra parteciperà al vertice dei Paesi del "gruppo di contatto" sulla Libia, ha ricordato a questo proposito che il Trattato di amicizia tra Roma e Tripoli «non è cancellato, ma sospeso e con la nuova Libia riprenderà efficacia», garantendo all'Italia le posizioni che aveva
guadagnato. Con il responsabile del Consiglio nazionale di transizione in Libia, Mahmoud Jibril, «abbiamo già detto con chiarissimi termini» che «quel contratto, quegli accordi, quel trattato» di amicizia stipulati dai governi di Roma e Tripoli «riprenderanno effetto con loro, con la nuova Libia», ha proseguito Frattini.


A Napoli e Roma le sedi della missione: «Fatti che spazzano via ogni polemica»
«Le polemiche strumentali indeboliscono l'Italia, non il governo Berlusconi», ha poi aggiunto il ministro degli Esteri riferendosi alle critiche dell'opposizione sulla mancata partecipazione dell'Italia alla videoconferenza di ieri sulla Libia tra Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania.
Il titolare della Farnesina ha ricordato che l'Italia «ha fortemente voluto il comando Nato e l'ha ottenuto, ha ottenuto a Napoli la sede del comando dell'intera operazione (dell'Alleanza
in Libia, ndr) e a Roma ci sarà il quartier generale della missione umanitaria» che l'Ue si appresta a lanciare. «Questi - ha detto il ministro - sono fatti che spazzano via
qualsiasi tipo di sterile polemica». La videoconferenza di ieri «non era per prendere decisioni» che invece saranno prese alla conferenza ministeriale in programma oggi a Londra: «Ci sarà un gruppo di contatto permanente, in cui siederà anche l'Italia» e quello sarà l'organismo «decisionale», ha spiegato.

Il pericolo delle divisioni al vertice di Londra
Parlando con i giornalisti poco prima di partire da Ciampino, Frattini ha ribadito la sua contrarietà a «fughe in avanti e divisioni» tra i partner internazionali sulla Libia: «Spero che al vertice - ha detto Frattini - emerga una unità della coalizione, che non ci siano fughe in avanti e divisioni e che invece emerga un gruppo di pilotaggio politico che accompagni l'intervento umanitario». Il titolare della Farnesina ha auspicato inoltre che «si delinei un dopo Gheddafi centrato sul cessate il fuoco e un processo di transizione affidato al Cnt, con il coinvolgimento dei gruppi tribali e un ruolo centrale dell'Ua. Bisogna stabilire un principio chiaro - ha proseguito il ministro - ovvero che la Libia deve essere una: non va consolidato lo
status quo di divisione in due che sarebbe un fallimento», ha concluso.

I Paesi che si riuniscono oggi a Londra sono pronti a concedere al leader libico Muammar Gheddafi l'immunità e l'esilio, nell'ambito di un accordo per porre fine al conflitto in atto nel Paese del Nord Africa. Ieri proprio Frattini aveva parlato di «Paesi africani che potrebbero offrire ospitalità» al colonnello, anche se per ora «non ci sono ancora proposte formali».
Il vertice di Londra vedrà riuniti i ministri degli Esteri di oltre 40 Paesi, le Nazioni Unite, l'Unione Africana e la Lega araba. Alcuni funzionari hanno anticipato al quotidiano
britannico "The Independent" che dal vertice dovrebbe uscire anche un "gruppo di contatto" più ristretto, capace di guidare i negoziati della comunità internazionale con i ribelli libici.

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