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Questo articolo è stato pubblicato il 10 aprile 2011 alle ore 15:53.

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Il titolare della Farnesina: il nostro Paese non isolato dentro l'Ue
Domani Maroni volerà in Lussemburgo per il consiglio Affari Interni e Giustizia (Gai) dell'Unione europea. Emartedì sarà la volta di Frattini che parteciperà al vertice Ue dei ministri degli Esteri. Obiettivo di entrambi: porre sul tavolo la questione immigrazione per ottenere garanzie precise dagli altri Paesi. Frattini si dice quindi certo «che l'Italia oggi non sia affatto isolata all'interno dell'Unione Europea» e come il suo impegno sia quello di «ricercare e realizzare la condivisione necessaria». «Ogni Paese - ammonisce però il ministro - ha anche proprie leggi che ciascuno, pur nella dovuta conformità alla legislazione europea, appllica ed interpreta nel proprio Paese» e «dunque nessuno può pretendere di interpretare le nostre leggi secondo principi diversi». Un riferimento, nemmeno troppo velato, alle critiche arrivate dalla Francia dopo la scelta dell'esecutivo di accordare un permesso di soggiorno temporaneo ai disperati giunti sulle nostre coste.

Fini: Italia poco credibile agli occhi dei partner europei
Ma le parole di Frattini non piacciono al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che bacchetta il governo. «Oggi tutti dicono giustamente che l'Europa sui flussi migratori non può lavarsene le mani, e lo ha fatto anche il capo dello Stato esprimendo un sentimento generale ma c'è una ragione se si è poco credibili nei momenti difficili». L'Italia, aggiunge ancora Fini, «si è dimostrata poco credibile agli occhi dei maggiori partner europei, ma come può essere credibili un governo che fino a ieri, per il volere della Lega, manifestava scetticismo verso l'Europa?». Anche il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, non risparmia stoccate all'esecutivo e in particolare al premier. «Mentre chi rappresenta le istituzioni, come Berlusconi, va a Lampedusa a comprarsi una villa, io vorrei andare con la barca in quel tratto del Mediterraneo in cui, nei giorni scorsi, sono morti bambini dell'età delle mie figlie e miei coetanei che cercavano di sfuggire alla guerra in cerca di libertà».

D'Alema: Berlusconi lascia Ue? Nessuno lo rimpiangerà
E anche dall'opposizione arrivano bordate contro il Cavaliere e contro la minaccia, paventata ieri da Lampedusa, di uscire dall'Unione europea se non ci saranno risposte convincenti. «Io penso che se se ne andasse lui non sarebbe rimpianto da nessuno - attacca Massimo D'Alema per il Pd -. Il livello di discredito di cui gode il nostro Paese a causa sua è veramente impressionante». Se ha ragione Napolitano, aggiunge ancora l'ex premier, «nel chiedere più Europa, bisogna dire che il governo italiano non ha le carte in regola per unirsi a questo coro».

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