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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2011 alle ore 18:01.

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Manifesto Br-procure di provocazione (Ansa)Manifesto Br-procure di provocazione (Ansa)

«Nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sulla giustizia, si sta toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni». Lo ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera al vicepresidente del Csm Michele Vietti, ricordando «il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti». Napolitano definisce inoltre «provocazione ignobile» i manifesti affissi a Milano che accostano alle Br le toghe meneghine. Su questo episodio si sono registrate forti tensioni nel capoluogo in consiglio comunale. Intanto il presidente dell'Associazione dalla parte della democrazia, Roberto Lassini, è indagato con altre due persone per vilipendio dell'ordine giudiziario dalla procura milanese e il Pdl milanese sembra orientato a chiedere il ritiro della sua candidatura alle prossime amministrative. Lo stesso Lassini ha dichiarato che non intende rinunciare.

«Il prossimo 9 maggio - si legge ancora nella lettera a Napolitano - si celebrerà al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. Quest'anno, il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche. Le sarò perciò grato se - a mio nome - vorrà invitare alla cerimonia i famigliari dei magistrati uccisi e, assieme, i presidenti e i procuratori generali delle Corti di Appello di Genova, Milano, Salerno e Roma, vertici distrettuali degli uffici presso i quali prestavano la loro opera Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione», scrive il Capo dello stato a ribadire la necessità di una memoria che sia completa e precisa, lontana dalle strumentalizzazioni peggiori del dibattito politico più basso.

Poi, la sottolineatura del Colle sui fatti di Milano: «La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria costituisce anche una risposta all'ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi con la sigla di una cosiddetta Associazione dalla parte della democrazià, per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo», spiega Napolitano, «Quel manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle Br, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull'amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti».

Napolitano «ha interpretato ancora una volta il sentimento di tutti gli italiani», ha detto in serata il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Trieste, commentando la presa di posizione del Quirinale sulla giustizia.

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