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Lo stop del governo italiano al referendum non è un addio definitivo all'energia prodotta dall'atomo, piuttosto è una pausa temporanea per evitare che il referendum di giugno affossi definitivamente il progetto. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo l'incontro blaterale Italia-Francia a Villa Madama. «Se fossimo andati oggi - ha detto Berlusconi - a quel referendum il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni a venire».

Quel che Berlusconi non ha detto, invece, è che se il referendum sul nucleare si farà, porterà probabilmente molti italiani alle urne, e in quel caso, trovandosi già lì, più di qualcuno, è il ragionamento, potrebbe votare anche per gli altri quesiti, quello sull'acqua pubblica e quello sul legittimo impedimento, ovvero quel che più preme al presidente del Consiglio.

È proprio su questo nervo scoperto che l'opposizione ha martellato per tutto il giorno. «Il tappetaro che indegnamente occupa palazzo Chigi - ha tuonato ad esempio Antonio Di Pietro - ha svelato la truffa che ha organizzato ai danni dei cittadini e della Costituzione, cioè che non ha alcuna intenzione di rinunciare al nucleare, e la sospensione è solo una messa in scenda per dare una fregatura alla maggioranza degli italiani che dopo Fukushima voterebbero contro la follia nucleare. Poi - ha concluso - passata la festa, gabbato lo santo. Una volta scavallato il referendum il programma nucleare riprenderà come se niente fosse alla faccia della democrazia e della Costituzione».

Anche il Pd ha usato toni forti. Le parole del presidente del Consiglio sul nucleare, ha detto il segretario, Pierluigi Bersani, fanno rimanere «allibiti» e l'unico modo per evitare che l'Italia si doti di centrali atomiche è «liberarsi di Berlusconi». «È come se Berlusconi avesse detto agli italiani "evito di sentirvi, perché so che non siete d'accordo, e così vado avanti lo stesso". Gli italiani hanno capito che se vogliono liberarsi del nucleare devono liberarsi anche di Berlusconi».

«Colui che ogni tre per due - ha aggiunto la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro - si appella al popolo contro le manovre della politica ricorre alla più squallida delle manovre per boicottare un referendum che vedrebbe sconfitta la linea del governo in materia energetica e che soprattutto rischierebbe di trainare con se anche il referendum sul legittimo impedimento, con la certa bocciatura di un provvedimento fatto apposta per tutelare gli interessi di Berlusconi».

Per Nichi Vendola, governatore della Puglia e leader di Sel, Berlusconi «prende in giro» gli italiani sul nucleare e la Cassazione dovrebbe ora «tenerne conto». Le parole del premier - ha detto Vendola - sono «l'immediata conferma dell'intenzione del governo di voler prendere in giro gli italiani, calpestando in modo arrogante e cialtronesco, il loro diritto ad esprimersi su una questione, come quella dell'energia nucleare, da cui dipende la sicurezza ambientale e la sopravvivenza delle generazioni future del nostro Paese».

«Il referendum sul nucleare è inevitabile alla luce delle odierne dichiarazioni del premier Berlusconi», ha dichiarato infine il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli. «Avendo sconfessato in modo chiaro ed esplicito le dichiarazioni del governo in parlamento, il presidente del consiglio ha reso evidente che le norme approvate dalle camere sono in realtà una moratoria e non l'abrogazione del programma nucleare italiano. Come presentatore dell'emendamento che proponeva una scelta netta, vedo ribadita l'interpretazione che oggi appare chiara come il sole: la corte di cassazione non potrà che confermare il referendum poiché l'intento del governo è fraudolento», ha osservato il leader di Api.

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