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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2011 alle ore 14:41.

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Lo scetticismo è diffuso anche tra la popolazione. «Lo ha già fatto in passato: nel 1986 disse che sua figlia era stata uccisa, ma lei è ancora viva», ha detto Ahmed Sidan, un commerciante di Bengasi.
«Gheddafi dice che Saif è morto (...) allora dov'è il corpo? Ci mostri il corpo», ha detto Alaa al-Obeidi, produttore della rete televisiva d'opposizione Libya al-Ahrar. «Personalmente - ha aggiunto - non penso che sia morto. Avrà una nuova identità e un nuovo passaporto per lasciare il paese e andare a vivere in Africa, probabilmente in Uganda che ha buone relazioni con Gheddafi».

Una conferma sull'identità del figlio del rais arriva monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, rifacendosi però alla notizia diffusa dalla tv e dalla radio libica. «Ci hanno portato a vedere le salme, noi e i responsabili delle diverse chiese presenti abbiamo fatto una preghiera», ha detto il vicario apostolico, «Sì, era il figlio di Gheddafi. È morto, appunto anche la televisione e la radio libica lo hanno confermato».

La Russia ha denunciato l'uso «sproporzionato» della forza da parte della Nato in Libia e mette in dubbio che i raid aerei della coalizione non abbiano come obiettivo l'eliminazione di Muammar Gheddafi. Lo riferisce
una nota del ministero degli Esteri russo. «L'uso sproporzionato della forza supera la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'Onu che non prevede in alcun modo un cambio al potere in Libia, inoltre suscita conseguenze nefaste e la morte di innocenti», si legge nel comunicato. «Le dichiarazioni dei membri della coalizione secondo cui i raid contro la Libia non hanno come obiettivo l'eliminazione di Gheddafi e i membri della sua famiglia - aggiunge il comunicato - suscitano forti dubbi».

Del fumo si sta innalzando dall'ambasciata d'Italia a Tripoli. «Sto dall'altro lato della strada di fronte all'ambasciata d'Italia - ha detto un testimone per telefono - Posso vedere il fumo che esce dall'ambasciata. Era incendiata». «Non c'è nessuno là ora - ha aggiunto - solo un'auto della sicurezza che impedisce alla gente di passare». La maggior parte dei governo occidentali hanno evacuato il loro personale dalle sedi diplomatiche più o meno nel periodo in cui la Nato, settimane fa, ha cominciato i raid sulla Libia. E la Farnesina conferma che stamattina si sono verificati attacchi vandalici contro gli edifici di alcune ambasciate straniere a Tripoli, tra cui anche l'ambasciata d'Italia.

Anche le Nazioni Unite hanno annunciato che stanno ritirando tutto il proprio personale internazionale dalla capitale libica Tripoli, dopo che anche sedi dell'Onu sono state attaccate e danneggiate dalla folla. Insieme a quella italiana anche la sede delle Nazioni Unite e altre missioni diplomatiche straniere sono state attaccate da folle inferocite.

Londra ha deciso di espellere l'ambasciatore della Libia nel Regno Unito "a seguito degli attacchi contro le missioni diplomatiche a Tripoli", tra cui
"l'ambasciata britannica". Lo ha annunciato il segretario del
Foreign Office, William Hague. L'ambasciatore libico ha 24 ore per lasciare il Paese.

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