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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2011 alle ore 15:01.

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I commenti sul web: non è la fine del terrorismo. Nella foto le home page delle principali testate giornalistiche americane che danno la notizia della morte di Osama bin Laden (AFP Photo)I commenti sul web: non è la fine del terrorismo. Nella foto le home page delle principali testate giornalistiche americane che danno la notizia della morte di Osama bin Laden (AFP Photo)

I mercati potrebbero valutare che c’è una riduzione globale della minaccia terroristica e l’eliminazione di uno specifico rischio per la sicurezza. Ci potrebbero essere disordini isolati in Medio Oriente o in Asia. Ma, secondo El Erian, il risultato netto sarà che i mercati giudicheranno che la situazione comporta una riduzione complessiva dei premi di rischio. Ciò dovrebbe rafforzare i prezzi sui mercati azionari mondiali e mettere una certa pressione sui mercati dei bond governativi che beneficiano della corsa all’investimento più sicuro. Prospettive più incerte per i mercati petroliferi, poiché può intervenire la preoccupazione di un aumento dell’offerta. Gli esperti di sicurezza – sottolinea ancora il Ft - avvertono che non bisogna abbassare la guardia: “La morte di Bin Laden potrebbe avere un impatto limitato sulla guerra afghana”.

Mentre un commento sul Times di Londra afferma che “è ora di lasciare l’Afghanistan”, il Guardian sottolinea “l’enorme imbarazzo” del Pakistan e si domanda: “Cosa succede ad Al Qaida adesso?” Per Jason Burke, la crescente marginalizzazione di Al Qaida è stata negli ultimi anni molto chiara. A suo parere, lo scenario più probabile in futuro è che continui un basso livello di violenza e che la minaccia alla periferia del mondo islamico dipenda dalle circostanze locali e dell’emergere di nuovi leader.
La morte di Bin Laden avrà “scarso effetto” su Al Qaida, prevede il Telegraph, attirando l’attenzione sul numero due Zawahiri che, come Bin Laden, si sospetta si nasconda nella zona di confine tra il Pakistane l’Afghanistan. Tuttavia, la leadership di Al Qaida potrebbe spostarsi da Pakistan e Afghanistan a Yemen o Somalia.

Le Monde sottolinea nel suo editoriale “La seconda morte del fondatore di Al Qaida”. L’uomo che ha incarnato la jihad islamica muore nel  momento in cui la “primavera araba” sferra un colpo a questo “fantasma totalitario”. Da quando i popoli arabi si ribellano “in nome della democrazia e non dell’islamismo o del ritorno al califfato voluto da Al Qaida, Osama Bin Laden era un moribondo politico”.

Bin Laden muore mentre la capacità di mobilitazione dell’islamismo è in declino, “ma – avrete Le Monde - ciò non vuol dire che non ci saranno più attentati”. E Obama trarrà vantaggio per gli Stati Uniti dall’eliminazione di Bin Laden, ma resta comunque impantanato nel “pasticcio afghano”.
Nella cronaca, le Monde mette in risalto la reazione del Pakistan, che saluta la “vittoria”, e le critiche di Afghanistan e India, che denunciano la responsabilità del Pakistan.

Le Figaro lo chiede ai lettori sul web: “La morte di Bin Laden farà indietreggiare il terrorismo?”. La stragrande maggioranza, oltre l’80%, risponde di no. Il quotidiano francese racconta “come gli americani hanno ucciso Bin Laden” nell’operazione durata meno 40 minuti, preparata con il coinvolgimento personale di Obama.

C’è polemica sulla “foto truccata” del cadavere di Bin Laden diffusa dalle televisioni pakistane: “E’ un fotomontaggio”. L’Agence France Press ha sottoposto la foto a un software speciale: ciò ha permesso di provare, secondo l’Afp, che il cliché era stato truccato prendendo la barba e la parte inferiore del viso da una vecchia foto di Bin Laden.

Le Figaro descrive un mondo “in allerta di fronte al rischio di rappresaglie”. “Al Qaida avrà a cuore di vendicare la morte di Bin Laden”, scrive l’opinionista del quotidiano Georges Malbrunot. A suo parere, ora si scatenerà una lotta per la successione a Bin Laden, poiché la figura di Zawahiri è “vivamente contestata in seno all’organizzazione”.  “La sua morte non cambia niente!” afferma in un’intervista il giudice anti-terrorismo Jean-Louis Bruguière.

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