Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 06:39.

My24


Con il pacchetto di prestiti internazionali da 78 miliardi di euro concordato questa settimana, il Portogallo potrà evitare per oltre due anni di rivolgersi ai mercati finanziari. Questo darà tempo al Governo di attuare le tre parti del programma triennale concordato con la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario, come hanno sottolineato ieri i membri della "troika" di negoziatori: aggiustamento dei conti pubblici, rilancio della competitività e della crescita con riforme strutturali, raffrozamento del sistema bancario.
La parte strutturale è quella più importante, secondo il capo della missione Fmi, Poul Thomsen: l'economia portoghese ha sofferto di crescita quasi nulla anche negli anni pre-crisi e ha bisogno di aprirsi alla concorrenza ed eliminare le barriere di protezione in diversi settori. Thomsen ha insistito che la misura più importante di tutto il pacchetto è un forte abbattimento dei contributi previdenziali, una sorta di "svalutazione fiscale" che può ridurre nettamente il costo del lavoro per le imprese portoghesi, rendendole più competitive. A questa si accompagneranno interventi per rendere più flessibile il mercato del lavoro e riassorbire la disoccupazione, tradizionalmente bassa in Portogallo, ma oggi sopra il 10%.
Le riforme strutturali sono più profonde di quelle richieste a Grecia e Irlanda, gli altri due Paesi dell'area euro che hano dovuto ricorrere agli aiuti Ue-Fmi, ha ricordato il capo della delegazione europea, Jürgen Kroeger, mentre l'aggiustamento fiscale «non è più leggero». Il rappresentante della Commissione ha così controbattuto alla dichiarazione dal tono chiaramente pre-elettorale (il Portogallo va alle urne il 5 giugno prossimo) con cui il primo ministro uscente José Socrates ha presentato il pacchetto. La troika ha anche cercato di prevenire le critiche provenienti dal fronte europeo del rigore.
Ieri, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sostenuto che il sì agli aiuti (previsto all'Ecofin di metà maggio) arriverà solo se le previsioni saranno considerate «realistiche». Il piano da 78 miliardi (due terzi dei quali saranno erogati nel primo anno) prevede una contrazione dell'economia del 2% sia nel 2011 sia nel 2012. Kroeger ha ricordato che lo spostamento al 2013 (dal 2012) dell'obiettivo del 3% per il deficit è in linea con le procedure europee (Grecia e Irlanda hanno tempo fino al 2014). Thomsen ha sottolineato che di fatto il Portogallo farà un aggiustamento del 10% in tre anni, considerato che dovrà ridurre il deficit dal 9,1% del 2010 al 3%, e a ciò va aggiunto l'effetto della recessione. Metà delle misure sono però già contenute, ha osservato, nel budget 2011 e quelle per il restante 5% sono già specificate nel programma. Il capo dell'opposizione, Pedro Passos Coelho, favorito dai sondaggi, si è impegnato formalmente a metterle in atto, se eletto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi