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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 08:11.

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«Dobbiamo fare rete per crescere»«Dobbiamo fare rete per crescere»

Adelio Napoleone
Come associazione imprenditoriale dobbiamo fare uno sforzo eccezionale per fare capire - a tutti i livelli, dal governo alle scuole - il ruolo culturale dell'impresa. Senza l'impresa l'Italia non ha alcuna possibilità di uscire dalla crisi e di crescere, ma troppo spesso ci si dimentica di questo principio fondamentale.

Claudio Cattaneo
Nel mondo post crisi dobbiamo far capire sempre di più che le garanzie del passato sono superate, il posto di lavoro non è più una variabile indipendente dai risultati aziendali. È un salto culturale difficile, nessuno ama la precarietà, ma è indispensabile per affrontare il nuovo mondo. E come Confindustria dobbiamo avere il coraggio di superare quell'ambiguo ruolo che ha l'Ice, ente misto pubblico-privato, e prenderne direttamente noi la gestione, a costo di diventare azionisti di maggioranza. Così come è, è assolutamente inutile.

Giorgio Spadoni
Come imprese dobbiamo fare rete per affrontare la globalizzazione, come associazione imprenditoriale dobbiamo avere il coraggio di superare i confini nazionali. Bisogna fare solide alleanze con le Confindustrie europee, scambiare analisi, dati ed esperienze, almeno a livello europeo, solo così potremo fronteggiare la concorrenza cinese.

Adriana Sartor
Troppo spesso ci siamo trovati in Cina con delegazioni regionali o comunali, con duplicazioni di costi, disorientando i nostri interlocutori per la mancanza di un sistema paese. Dobbiamo creare rete e utilizzare le reti eistenti, per esempio negli Stati Uniti l'associazione degli italo-americani Niaf si è detta più volte disponibile a collaborare, perché non approfittarne?

Giovanni Gentile
A Firenze siamo riusciti a mettere in rete una serie di imprese che operano nel settore dei beni culturali e che spesso non si conoscevano nemmeno. La nostra parola d'ordine deve essere chiara: aggregazioni. Solo così potremo crescere e internazionalizzarci.

Guglielmo Bedeschi
Le imprese hanno bisogno di servizi e formazione. Dobbiamo pensare a iniziative forti, di alto livello, e dobbiamo avere la forza di metterle sul mercato: se avranno successo potranno vivere autonomamente, altrimenti dovremo prenderne atto. Deve essere il mercato a decidere se siamo in grado di offrire servizi adeguati, forti.

Giulio Lombardo
Troppe piccole imprese hanno difficoltà ad accedere sui grandi mercati emergenti, oggi non basta più andare alle fiere. A Prato abbiamo creato una specie di club delle imprese internazionalizzate, pensiamo che lo studio e l'analisi degli esempi vincenti possa diventare uno stimolo per fare meglio. Bisogna imparare dalle esperienze positive.

Ernesto Pirovano
Il settore della metallurgia è penalizzato dagli esorbitanti costi dell'energia, mentre i colossi energetici fanno utili esorbitanti. Potremmo creare migliaia di posti e avviare investimenti importanti, con ricadute positive in tutti i settori se i grandi gruppi rinunciassero a una parte dei loro utili.

Felice Rossini
L'Ice è fondamentale per il nostro sistema, forse si dovrebbe tornare anche al ministero del Commercio estero, fondamentale per l'internazionalizzazione.

Gianangelo Cattaneo
La filiera della plastica è radicalmente cambiata, le quotazioni delle materie prime ormai non seguono più logiche di mercato ma sono vittime della speculazione internazionale, senza che nessuno intervenga. E i grandi clienti soffocano le piccole imprese imponendo prezzi assurdi: Confindustria è l'unica che può condurre una battaglia difficile, quasi faraonica per riportare mercato anche in questo settore.

Alberto Paccanelli
Scontiamo ritardi nella ricerca rispetto agli altri paesi europei, ma siamo anche penalizzati perché i nostri funzionari pubblici spesso non hanno competenze tecniche per dialogare con i grand commis dell'Unione europea: dobbiamo essere propositivi anche in questo campo.

Anna Tanzi
Il ritardo dei pagamenti pubblici indigna. Confindustria deve mobilitarsi per superare questa situazione disastrosa. Ma al tempo stesso deve anche avviare una capillare opera di moral suasion presso tutte le imprese, ormai il ritardo nei pagamenti, anche a livello privato, è diventato un problema forte. Etico, oserei dire. Così non si può continuare.

Giorgio Donadoni
Non esageriamo con l'uso del cilicio, non autoflagelliamoci. Siamo piccoli, abbandonati a noi stessi, lo stato non fa sistema. Ma dobbiamo reagire, creare alleanze anche per essere in grado di presentarci alle banche più forti, in grado di offrire garanzie reali per i finanziamenti.


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