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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 13:01.

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Preso il killer di Politkovskaia, la giornalista anti-PuntinPreso il killer di Politkovskaia, la giornalista anti-Puntin

È stato arreastato in Cecenia Rustam Makhmoudov, il presunto assassino della giornalista russa Anna Politkovskaia, giornalista del bisettimanale di opposizione Novaia Gazeta nota per i suoi reportage contro le violazioni dei diritti umani in Cecenia, freddata nell'ascensore di casa a Mosca il 7 ottobre 2006, giorno del compleanno di Vladimir Putin. obiettivo di aspre critiche della Politkovskaia. L'autorità centrale russa aveva promesso di trovare e punire il suo killer.

La notizia è stata confermata a Radio Eco di Mosca anche dall'avvocato Murat Mussaiev, difensore di Zhabrail Makhmudov, fratello di Rustam. Secondo il legale, il presunto killer è stato fermato a casa dei suoi genitori in Cecenia, nel distretto di Achki-Martan, senza opporre resistenza. A breve sarà trasferito a Mosca. Finora gli inquirenti avevano sostenuto che Rustam Makhnudov si trovava in Europa.

A poco meno di 5 anni dall'omicidio, si riapre il caso della giornalista nota per le sue posizioni critiche nei confronti del potere centrale di Mosca, dell'allora presidente russo Putin, oggi premier, e del leader ceceno Ramzan Kadyrov, giudicato da alcuni il vero mandante, e per le sue coraggiose denunce su sequestri e torture subite dai civili in Cecenia. Il tutto su un periodico di opposizione vicino a Mikhail Gorbaciov.

Morte da dissidente. Gli Stati Uniti si mobilitano
Nata nel 1958, la Politkovskaya aveva già subìto un tentato avvelenamento nel settembre del 2004, mentre si preparava a raggiungere Beslan per seguire il sequestro e il massacro degli ostaggi nella scuola del capoluogo dell'Ossezia del Nord. Il Cremlino di Putin tacque nei giorni successivi alla morte della giornalista, alimentando i sospetti relativi al vero mandante. Il dipartimento di Stato Usa invece fu molto chiaro: gli Stati Uniti chiedevano ufficialmente un'immediata e approfondita inchiesta per scoprire i responsabili della morte della Politkovskaia, «coraggiosa a cercare giustizia anche di fronte a precedenti minacce di morte». Seguì una telefonata di Putin al presidente americano George W. Bush: l'allora capo di stato russo promise un'inchiesta «obiettiva».

L'avvelenamento di Litvinenko, 007 anti-Puin
L'interesse internazionale per la morte di Anna crebbe ancora di più, un mese dopo, quando morì pure Aleksandr Litvinenko, ex colonnello del Kgb rifugiato in Gran Bretagna, avvelenato i primi di novembre con il polonio 210. Nel suo intestino erano stati trovati tre misteriosi oggetti che l'uomo avrebbe ingerito. In uno scritto reso noto dopo la sua morte, Litvinenko puntava il dito contro Putin, accusandolo di essere implicato nella sua malattia.

Solo nell'estate del 2007 vennero arrestate undici persone per l'omicidio della giornalista, compreso l'ex funzionario ceceno Shamil Buraiev. Poi venne il cambio della guardia al Cremlino: l'8 maggio 2008 Dmitri Medvedev prende il posto di Putin come presidente della Federazione russa. Putin diventa primo ministro. Il nuovo capo di stato darà la sua prima intervista proprio a Novaja Gazeta, il giornale di Anna, suscitando stupore e speranze per una svolta.

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