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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2011 alle ore 15:50.

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Nessuna preoccupazione nel Pdl, oggi incontro Miccichè
Il perché è presto detto. «Nel mio partito c'è una assoluta tranquillità, e non c'è alcuna situazione che mi dia il minimo di preoccupazione». Non lo preoccupano insomma i possibili addii, come quello di Gianfranco Miccichè che, precisa il Cavaliere, «vedrò oggi e non credo che la sua cosa (l'idea di creare gruppi autonomi in Parlamento, ndr) si attuerà prima dell'estate». Una parola, poi, Berlusconi la riserva anche al neosegretario Angelino Alfano, che porta a casa il secondo decreto attuativo sulla semplificazione dei riti civili e il codice antimafia. I due tasselli, insomma, che aveva considerato come pregiudiziali al suo trasloco dal ministero al partito. «La permanenza del ministro è legata - spiega Berlusconi - alla sua nomina definitiva a segretario politico del partito che avverrà dopo il Consiglio nazionale che probabilmente si terrà tra l'1 e il 4 luglio».

Berlusconi: arrestati 8 mafiosi al giorno, dovrete sopportarci fino al 2013
Quindi il premier torna sui provvedimenti licenziati dal Cdm e rivendica i risultati raggiunti dal governo nella lottà alla criminalità organizzata. «Arrestiamo una media di otto presunti mafiosi al giorno, e siamo a 8466 arresti. Su 34 dei più pericolosi latitanti, ne abbiamo arrestati 32, attraverso quasi 800 operazioni di polizia. In più, sono stati sequestrati e confiscati soldi e beni per un valore complessivo di 21,5 miliardi». E, proprio dalla parentesi sui risultati raggiunti su questo fronte, il Cavaliere prende spunto per assicurare che non ci saranno interruzioni anticipate della legislatura. «Nonostante l'appeal che la vita privata ha su alcuni di noi, dovrete sopportarci fino al 2013». Con buona pace degli italiani che «se sapessero quello che abbiamo fatto dovrebbero farci un monumento».

L'obiettivo: vogliamo garantire una giustizia sollecita e giusta
Infine il fronte della giustizia. Berlusconi spiega così come «33 modalità di processi sono stati ricondotti a tre soltanto, per tutti i processi civili: rito lavoro, rito ordinario di cognizione rito sommario di cognizione per processi con evidenti prove». Il decreto approvato oggi, prosegue il presidente del consiglio, consente di completare «la riforma del processo civile. Ci sono da fare ancora tante cose, come la riforma del processo penale e credo che questa legislatura sarà ricordata per la trasformazione di questi tipi di processo. Vogliamo garantire una giustizia sollecita e soprattutto giusta».

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