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Questo articolo è stato pubblicato il 17 agosto 2011 alle ore 13:30.
L'ultima modifica è del 17 agosto 2011 alle ore 08:04.

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dal nostro corrispondente Marco Moussanet
PARIGI - Il messaggio politico, ancora una volta, c'è tutto. Sui contenuti, le misure concrete, i dettagli operativi restano dubbi e perplessità. In particolare per la rinnovata bocciatura delle obbligazioni europee, da molti ritenute lo strumento ideale per rispondere efficacemente alla sfiducia dei mercati.

L'attesissimo vertice tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel, andato in scena ieri pomeriggio all'Eliseo, ha insomma confermato le attese della vigilia, senza riservare particolari sorprese. Anche se la Merkel ha detto che nella difesa della moneta unica e nel rafforzamento della cultura della stabilità «siamo entrati in una fase nuova». Di «integrazione economica rafforzata» della zona euro, ha specificato Sarkozy.

Nella lettera che verrà inviata questa mattina al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, i due leader fanno tre proposte concrete.
La prima riguarda la governance dell'eurozona, con la creazione di un Consiglio dei capi di Stato e di Governo dei 17 Paesi membri che si riunirà (almeno) due volte all'anno e che eleggerà un presidente stabile con un mandato di due anni e mezzo. Merkel e Sarkozy indicano per il primo mandato proprio Van Rompuy.

La seconda è finalizzata a far sì che entro l'estate del 2012 i 17 adottino la cosiddetta 'regola d'oro'. Provvedano cioè a inserire delle loro carte costituzionali l'obbligo per i Governi di redigere leggi Finanziarie pluriennali, di legislatura, che abbiano l'obiettivo dell'equilibrio di bilancio. La Germania ha già una norma del genere che fissa, a partire dal 2016, un tetto al deficit strutturale federale pari allo 0,35% del Pil. E vieta ai Laender, a partire dal 2020, bilanci in disavanzo. In Francia la norma dovrebbe essere approvata entro fine anno ma per la maggioranza qualificata dei due terzi mancano ancora una quarantina di voti.

La terza proposta è sull'istituzione di una tassa europea sulle transizioni finanziarie. Entro settembre i ministri delle Finanze dei due Paesi dovranno mettere a punto i particolari: entità del prelievo, base imponibile, modalità di applicazione. Non si tratta certo di una novità. Francia e Germania sono da tempo schierate fianco a fianco su questo fronte e recentemente la stessa Commissione Ue ha immaginato di 'fare' il proprio bilancio anche grazie a una tassa dello 0,01% sugli scambi di derivati e dello 0,1% su quelli di titoli di debito sovrano. Ma c'è sempre stato il 'no' della Gran Bretagna, che difende la piazza finanziaria di Londra. Merkel e Sarkozy hanno comunque dichiarato che per loro si tratta di «una priorità assoluta».

Ci sono poi due iniziative strettamente franco-tedesche, ma che dovrebbero servire ad aprire una strada e a dimostrare ai mercati quanto sia serio l'impegno comune. All'inizio dell'anno prossimo i rispettivi ministri competenti dovranno formulare una serie di proposte concrete perché dal 2013 si proceda a una armonizzazione fiscale delle norme da una parte e dall'altra del Reno, a partire dalla tassazione sulle società. Sempre dal 2013, cinquantesimo anniversario del Trattato dell'Eliseo firmato da Konrad Adenauer e Charles de Gaulle, i due Paesi prepareranno insieme i loro budget, in modo da renderli sempre più omogenei.

Quanto agli eurobond, Merkel e Sarkozy hanno risposto all'unisono: non oggi. Anche se il presidente francese ha aggiunto «forse domani» e la cancelliera ha dato l'impressione di pensare «forse mai». «Siamo in democrazia - ha detto la Merkel al riguardo - e il dibattito è sempre importante e benvenuto. Ma ho l'impressione che a volte la gente cerchi la panacea contro la crisi e veda questa panacea nelle obbligazioni europee. Io non credo a questa soluzione unica, la questione è di cosa abbiamo bisogno oggi e penso che le nostre proposte siano le più adatte».

«Gli eurobond - ha commentato Sarkozy - servirebbero a garantire qualcosa, cioè la totalità del debito sovrano della zona euro, su cui non abbiamo controllo. Un giorno, forse. Ma alla fine del processo di integrazione economica, non all'inizio».
Il presidente e la cancelliera hanno infine ribadito che la dotazione del Fondo di stabilità (l'Efsf) «è sufficiente» e apprezzato lo sforzo dell'Italia. «Il nuovo programma va nella direzione indicata dal Patto di stabilità», ha detto la Merkel. «Si tratta - ha aggiunto Sarkozy - di decisioni estremamente utili per la stabilità dell'euro».

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