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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2011 alle ore 16:41.

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Bersani spiazza tutti: l'Ici per i beni della Chiesa? Solo su attività commerciali (Ansa)Bersani spiazza tutti: l'Ici per i beni della Chiesa? Solo su attività commerciali (Ansa)

Niente di nuovo nel piano rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi. Ma, nel corso della conferenza stampa convocata dal Pd per illustrare la contromanovra, il segretario Pierluigi Bersani, pianta qualche paletto. Accade tutto verso la fine quando un cronista chiede al numero uno dei Democrats di precisare la posizione del partito rispetto alla richiesta, che monta soprattutto dai radicali, di tassare anche i beni di proprietà del Vaticano. Bersani tira il fiato e spiazza tutti. «Il principio è molto chiaro e lo teniamo fermo: esenzione per tutte le risorse collegate alla missione e alle finalità» della Chiesa, e invece «sottoporre a tassazione tutte le attività propriamente commerciali».

Bersani si smarca dall'ala cattolica del partito
Certo, aggiunge il segretario, «in tempi come questi prima di discutere bisognerebbe fare un giro, che sarebbe istruttivo, nelle Caritas diocesane, per capire bene come è messo il Paese e cosa sta facendo la Chiesa». Le parole del segretario fanno quindi chiarezza. «Vanno poi verificate le casistiche e i singoli casi concreti. Ci sono cose - aggiunge - che vanno registrate e credo che la Chiesa sia favorevole a farlo, alla luce del principio generale che ho denunciato».

Stoccata a Tremonti: l'Iva se l'è già mangiata
Bersani poi non risparmia bacchettate al ministro dell'Economia. «Il dibattito sull'Iva è kafkiano. È ora di dire chiaramente che Tremonti l'Iva se l'è già mangiata per coprire altri meccanismi». E non le manda a dire nemmeno a Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. «Montezemolo dice che non si sa cosa dica il Pd. Siamo abituati a questa litania qui, non ci impressiona mica. Siamo gli unici che hanno fatto assemblee programmatiche, abbiamo proposte a iosa». Ma, avverte Bersani, «il Pd è pronto a discutere. Noi non ci limiteremo a un appello alle forze di centrosinistra classiche, allargheremo il confronto al centro. Sono disposti? Apriamo il tavolo! Vogliono solo bombardare a destra e sinistra? Non credo sia utile al paese. Le nostre proposte gliele spieghiamo, se non sono d'accordo ci dicano la loro». Insomma se il presidente della Ferrari è pronto a scendere nell'agone, è il messaggio di Bersani, esca finalmente allo scoperto.

La contromanovra dei Democrats
Infine le proposte per correggere la manovra-bis che sono poi quelle anticipate ieri dal Sole24ore.com. La contromanovra del Pd ruota, spiega il segretario democratico, «intorno a tre punti principali: riduzione drastica ed efficace dei costi della Pubblica Amministrazione, una dismissione ragionata di immobili pubblici ed un'asta competitiva per le frequenze televisive; un calco della manovra in ragione dell'equità e misure per stimolare l'economia perchè noi parliamo di spread ma gli italiani stanno pensando al lavoro che manca». Da questa filosofia discendono le proposte che, oltre ad un pacchetto di liberalizzazioni, dalla distribuzione dei farmaci ai servizi bancari, prevede politiche industriali per uno sviluppo sostenibile con la stabilizzazione del contributo per le rinnovabili e misure per il Mezzogiorno. Cuore della contromanovra è quella che Bersani definisce «una terapia d'urto contro l'evasione fiscale con misure di impatto sostanziale e non retorico»: tracciabilità dei pagamenti superiori ai mille euro e di quelli superiori a 300; la comunicazione da parte delle imprese dell'elenco clienti-fornitori e la parziale o totale deducibilità delle spese per la manutenzione della casa.

Il ritorno del falso bilancio e il capitolo giustizia
Dalla lotta all'evasione il Pd punta a raccogliere le risorse a sostegno del lavoro, della riduzione dell'Irpef in via prioritaria sulle madri lavoratrici e sulla graduale eliminazione del costo del lavoro a tempo indeterminato dalla base imponibile dell'Irap. Tra le proposte l'introduzione di un'imposta erariale ordinaria sui grandi valori immobiliari basata su criteri fortemente progressivi e un'imposta una tantum del 15% sui capitali "scudati". Bersani chiede la soppressione dell'articolo 8 del decreto che «viola il principio da tutti riconosciuto della non intrusività delle norme di legge nei rapporti tra le parti sociali». Novità dell'ultimo minuto la richiesta di reintrodurre il reato di falso in bilancio e misure per l'efficienza della Giustizia, a cominciare dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

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