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Questo articolo è stato pubblicato il 28 agosto 2011 alle ore 08:11.
La Lagarde ha posto l'accento «sull'urgente ricapitalizzazione degli istituti di credito» che «devono essere forti abbastanza per reggere ai rischi legati ai debiti sovrani e a una crescita debole. Questa è la chiave per tagliare la catena del contagio». E poi il capo dell'Fmi ha posto una questione di credibilità, senza la quale non c'è alcuna misura che tenga. L'Europa deve cominciare a parlare davvero con una sola voce, e smetterla con «gli equivoci e le incertezze sulla direzione da prendere».
Della Ue e delle difficoltà in cui si dibatte hanno parlato ieri in una telefonata anche il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente americano Barack Obama. Al centro del colloquio anche le turbolenze sui mercati (lo scorso venerdì la Borsa di Francoforte è arrivata a perdere il 4% dopo le voci impazzite, rivelatesi poi false, di un declassamento del rating della Germania). «I due leader concordano sulla necessità di un'azione concertata, anche attraverso il G-20, per affrontare le sfide economiche e spingere la crescita e l'occupazione», si legge in una dichiarazione della Casa Bianca.
Insomma, dopo un agosto sorprendentemente movimentato e foriero di forti tensioni, è in arrivo un autunno non facile.
Schaeuble prevede sette anni di difficoltà per l'economia
Il ministro tedesco
L'economia mondiale potrebbe andare incontro a a «sette anni di magra». La previsione è stata fatta dal ministro dell'Economia tedesco, Wolfgang Schaeuble, secondo cui è necessario innalzare il livello di cooperazione economica in Europa per assicurare la crescita nel lungo periodo. «Ma affinchè ciò accada», ha detto in un discorso all'università di St.Gallen davanti a una platea di premi Nobel, «l'immediato risanamento dei bilanci e le riforme strutturali in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia sono essenziali». In ogni caso, ha concluso, ci vorrà tempo prima che la strategia dell'austerità dia i suoi frutti.
In effetti la crescita delle economie, sia europee che americana e giapponese, è molto fiacca, quasi ferma (come mostra il grafico qui a fianco).
Premi Nobel per l'austerità
Nonostante le difficoltà nella crescita alcuni premi Nobel hanno ieri espresso sostegno alle politiche di austerità intraprese dai Governi per la riduzione del debito: Robert Mundell, Reinhard Selten e Myron Scholes sono favorevoli alle misure europee e americane in tal senso. È necessario in primo luogo ridurre il livello del debito pubblico, hanno sottolineato i tre premi Nobel, anche se in questo momento prevale la tentazione di interventi che diano sollievo all'economia
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