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Questo articolo è stato pubblicato il 29 agosto 2011 alle ore 08:44.

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Tutti a caccia del raìs
La Nato ha ancora una volta ribadito che Gheddafi non è nel mirino delle forze alleate ma si tratta di affermazioni che hanno del grottesco considerando i numerosi raids aerei che in questi mesi hanno preso di mira il raìs e i suoi famigliari e le dichiarazioni del ministro della Difesa britannico. Smentendo la Nato, Liam Fox ha dichiarato ai microfoni di Sky News che la Nato sta offrendo un massiccio sostegno ai ribelli libici per aiutarli nella cattura di Muammar Gheddafi. "'Posso confermare che la Nato sta fornendo apparecchiature di intelligence al Consiglio azionale di Transizione per contribuire a rintracciare il colonnello Gheddafi e altri elementi del regime". Le operazioni di caccia all'uomo che in queste ore mobilitano forze speciali, velivoli e uomini dell'intelligence di Francia, Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti e di alcuni Paesi arabi. Velivoli teleguidati, aerei da intercettazioni elettronica e satelliti tengono sotto controllo diverse aree libiche per individuare il raìs o intercettare comunicazioni sospette. Sistemi utilizzati in passato per individuare Saddam Hussein datosi alla macchia dopo la caduta di Baghdad o per trovare il mullah Omar, Osama bin Laden ed altri esponenti di al-Qaeda. Gli insorti hanno costituito un'unita' coordinata dai servizi d'intelligence di Qatar, Emirati Arabi uniti e forse Giordania, Paesi che hanno inviato anche forze speciali in Libia. Fonti d'intelligence britanniche ammettono di aver perso le tracce di Gheddafi mentre i servizi segreti statunitensi si limitano a dubitare che Gheddafi abbia lasciato la Libia

Fuga all'estero
Circa la sua fuga all'estero abbondano voci e indiscrezioni. La più recente è stata diffusa sabato dal quotidiano britannico Daily Mail che cita oppositori al regime di Robert Mugabe secondo i quali il presidente dello Zimbabwe avrebbe dato asilo al raìs che sarebbe stati visto arrivare nel paese dell'Africa meridionale mercoledì a bordo di un jet dell'aeronautica dello Zimbabwe. Gheddafi sarebbe quindi stato trasferito in una residenza nel sobborgo di Gunninghill a Harare. Sulla fuga all'estero del raìs fioriscono molte notizie incredibili o paradossali. La più curiosa riguarda l'arrivo del raìs in Calabria a bordo di un lussuoso yacht attraccato ieri al porto di Roccella Jonica. L'ipotesi che Gheddafi si voglia nascondere in Aspromonte con un comune latitante è stata smentita dal sindaco del paesino della Locride, Giuseppe Certomà.

"Sono stato al porto tutta la mattina, non ho visto movimenti sospetti. C'è uno yacht di grosse dimensioni. Ho visto tre, quattro persone che penso fossero gli skipper, mi pare battesse bandiera tedesca. Ma posso assicurare che Gheddafi non c'è". Tra le ipotesi fantasiose nei giorni scorsi era circolata anche quella di un rifugio sicuro per Gheddafi in Israele dopo che indiscrezioni avevano riferito della visita, alcune settimane fa, di due inviati di Gheddafi per chiedere l'aiuto politico dello Stato ebraico facendo leva sui buoni uffici di un esponente di quella comunità ebraica di Libia di fatto azzerata proprio sotto il regime di Gheddafi. Ieri anche l'Algeria ha smentito categoricamente che un convoglio di sei Mercedes con a bordo il colonnello libico Muammar Gheddafi e i suoi figli sia entrato in territorio algerino. La notizia è stata rivelata dall'agenzia egiziana Mena che cita come fonte un'unità militare dei ribelli nella città di Ghadamis, vicino alla frontiera con l'Algeria: il convoglio di auto blindate avrebbe attraversato la frontiera venerdì e sarebbe stato scortato da un commando armato di nomadi del deserto che sembrano essere agli ordini di Gheddafi. Abdulhafed Gaddur, ambasciatore libico a Roma, il 23 agosto aveva avanzato l'ipotesi che Gheddafi scappi "via terra, verso l'Algeria o il Ciad", altere fonti avevano parlato di un rifugio in Burkina Faso mentre il quotidiano britannico Telegraph ha rivelato che gli insorti avrebbero intercettato il figlio del raìs, Hannibal, mentre si dirigeva verso il confine algerino. Anche l'opzione di una fuga in Tunisia è stata evidenziata dai ribelli e persino da fonti statunitensi che tengono conto del fatto che molti gerarchi del regime hanno trovato rifugio proprio in questo Paese. A Djerba del resto è stato segnalato anche un aereo venezuelano, forse pronto a portare Gheddafi e famiglia a Caracas, al riparto da ogni rischio di estradizione. Di aerei destinati a far fuggire il raìs si è parlato anche nei giorni scorsi quando sull'aeroporto di Tripoli vennero notati due velivoli sudafricani, peraltro noleggiati da tempo dal governo libico. Improponibile anche l'ipotesi di una fuga a Malta dopo che il governo de La Valletta ha ritirato tutte le onorificenze concesse in pasato al Colonnello facendo sapere che in caso di sbarco sull'isola il raìs verrebbe consegnato al Tribunale internazionale dell'Aja.

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