Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 settembre 2011 alle ore 15:18.

My24

«Quest'anno si sarebbe rischiato con i ragazzi un momento controproducente. Spero nell'anno prossimo». E' per questo che il ministro della Gioventù e presidente di Giovane Italia, Giorgia Meloni, non ha invitato il presidente della Camera Gianfranco Fini ad Atreju 2011, la festa degli under 35 Pdl a Roma dal 7 al 10 settembre.

Fino al 2008 c'era sempre anche lui, che d'altra parte aveva un certo, glorioso passato nella gioventù di destra. Ma già dall'estate 2009, quando Berlusconi proprio dal palco della festa parlò di quelle che all'epoca fra loro erano solo scaramucce, Fini non si è più visto fra i tendoni del Celio. E l'anno scorso fu proprio il presidente della Camera a rifiutare il calumet della pace facendo cadere l'invito della Meloni. Insomma, chi si aspetta una veloce riconciliazione fra il premier e il suo ex compagno di partito forse dovrà aspettare più del previsto.

D'altra parte la stessa Meloni ha vissuto una separazione analoga con il suo vecchio compagno al vertice di Giovane Italia, visto che Francesco Pasquali, coordinatore del movimento mentre lei ne era presidente, l'anno scorso ha lasciato il Pdl per seguire proprio Fini in Fli.

Ma Atreju va avanti lo stesso, con un nome che a chi non ha letto "La Storia infinita" di Michael Ende (o visto il film di Wolfgang Petersen) dirà poco, ma che dice molto a chi si prefigge di combattere «il nulla che avanza». Arrivata oggi alla sua tredicesima edizione, Atreju era la festa di Azione Giovani, il movimento di Alleanza Nazionale che aveva come leader proprio l'attuale ministro della Gioventù e come simbolo una sincera fiamma tricolore. Quando nel 2009 nacque il Pdl anche i movimenti giovanili dell'ex Forza Italia (Giovani per la Libertà, ci cui era coordinatrice l'onorevole Pdl Beatrice Lorenzin, e Francesco Pasquali come segretario) e di An (Azione Giovani) si fusero, ed ecco la Giovane Italia, nome unitario e risorgimentale. La festa di Atreju passò sotto l'ala del nuovo partito, che oggi detta il ritmo della festa chiaramente molto più di Fli e soprattutto del suo leader.

Quest'anno, infatti, a sfogliare il programma si trovano parecchi nomi governativi - da Frattini a Gelmini a Romani al neo Guardasigilli Palma -, leghisti anche critici come il sindaco di Verona Tosi, ovviamente il premier (venerdì alle 18.30), persino Pisapia e Veltroni, ma di compagni di Fini nemmeno l'ombra, a parte Adolfo Urso, che però ha lasciato Fli igiusto n tempo, il 9 luglio scorso. Lasciare fuori la vecchia guardia è stata una scelta sofferta, ha detto il ministro Meloni, «ho riflettuto moltissimo, è la cosa su cui ho riflettuto di più».

Intanto sembra che la vecchia An viva ancora solidamente nel cuore dei giovani italiani (da ricordare che la prima Giovane Italia era il movimento giovanile dell'Msi, terminata nel 1972 nel Fronte della Gioventù), almeno a spulciare fra programmi, inziative, slogan e persino biblioteche del movimento. Nella sede di Belluno, per esempio, gli scaffali da poco sono stati arricchiti con titoli di Nietzsche, Rauti, Massimo Fini (quelli su Catilina e il Mullah Omar), ma anche con "Orientamenti" di Julius Evola (che nel 1951 scrisse anche il manifesta della prima Giovane Italia, la "Carta della Gioventù"), Saviano, Salinger e l'immancabile Tolkien (il record dei titoli, sei, è suo). Mentre a Brescia la lodevole campagna contro l'abbandono dei cani è stata battezzata "Boia chi (li) molla" , a Verona il sondaggio per dare il nome al giornalino ha visto prevalere "Miliantia" e nella Bassa Veronese i primi tre ideali del movimento sono indicati in "Dio, Patria e Famiglia". "Imprenditorialità" si trova, ma solo al sesto posto della classifica.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi