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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 07:52.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2011 alle ore 06:36.

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L'azione coordinata delle 5 grandi banche centrali non ha giovato molto ai titoli di Stato dei Paesi a rischio (il rendimento del Btp decennale è semmai salito di qualche centesimo), ma ha fatto tirare un sospiro di sollievo alle banche. Soprattutto alle francesi che, fino al giorno prima, sostenevano a gran voce di non aver bisogno di finanziamenti in dollari.

Questa decisa discesa in campo della politica monetaria ha risollevato le Borse e rinvigorito l'euro, poiché i mercati sono soliti reagire d'istinto a qualsiasi buona notizia in grado di alleviare gli effetti della crisi. È tuttavia probabile che nel medio periodo la valuta europea abbia più da patire da questo annunciato intervento, che si profila come la prima tappa di un quantitative easing (creazione di liquidità).
Questa soluzione è stata propiziata dal segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner e caldeggiata da buona parte delle autorità monetarie europee, tra cui le francesi. Non a caso, il governatore della banca di Francia Christian Noyer ha dichiarato che l'uscita dei fondi monetari americani dagli asset in euro sta costringendo le banche europee ad «aggiustare» le loro attività in dollari.

Tradotto: si vendono titoli in dollari per far liquidità e per non dover ricapitalizzare. Il primo passo sono dunque i finanziamenti in valuta Usa attraverso la Bce. Il secondo potrebbe essere l'acquisto di varie attività, soprattutto titoli di Stato, da parte del fondo europeo: proprio quello che quest'oggi dovrebbe proporre Geithner ai ministri europei, suggerendo di far operare l'Efsf con una forte leva finanziaria, non diversamente da come fecero Fed e Tesoro Usa al tempo della crisi dei mutui. Nel caso europeo i titoli "tossici" sarebbero i bond governativi e, per quantità, quelli italiani in particolare.
Riccardo Barbieri, capo economista di Mizuho Bank pensa che sia questo il disegno perseguito: «Ampliare la leva finanziaria nel bilancio della Bce è una soluzione politicamente assai meno difficile che acquistare titoli del debito pubblico». Un Efsf, modellato come fosse una banca d'investimento, significa dare una risposta monetaria e non solo fiscale alla crisi europea. Forse sarebbe una soluzione non del tutto sgradita alla Germania.

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