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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2011 alle ore 06:37.

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Dalle intercettazioni, però, gli investigatori registrano passaggi di soldi non solo da parte di Tarantini ad alcune prostitute, ma anche da Berlusconi. Regali o compensi? La Procura si fida di Giampi, che afferma: «Tacevo col premier che, a volte, le pagavo». A differenza di Napoli, dove Berlusconi è stato chiamato a testimoniare come parte lesa nell'ipotesi di un ricatto di Giampi e Valter Lavitola contro di lui, i pm Bari non hanno mai voluto ascoltarlo.

È certo però che il premier è riconoscente con il faccendiere tanto da introdurlo, secondo gli investigatori, negli ambienti in cui girano le ricche commesse. In ballo ci sono Protezione civile e Finmeccanica, due colossi che macinano milioni di euro e che avrebbero avuto contatti con Tarantini: tanto da portare la Procura a ipotizzare il reato di corruzione. Questo filone di indagine è stato stralciato e al momento risulta secretata. Il contatto con la Protezione civile sarebbe Guido Bertolaso, presentato a Tarantini da Berlusconi. Bertolaso, però, ha più volte smentito un coinvolgimento negli affari con Tarantini e l'imprenditore che sponsorizzava, Enrico Intini. Con Finmeccanica i rapporti passano attraverso il funzionario Rino Metrangolo, il cui nome figura nelle indagini G8 di Firenze e P4 di Napoli. A leggere gli atti, Giampi sembrerebbe riuscire a stringere accordi professionali con le società del gruppo Sel Proc s.c.a.r.l., Selex sistemi integrati s.p.a. e Seicos s.p.a., oltre che con altre società staccate tra le quali Infratelitalia s.p.a.

LA VICENDA
Il giro di prostituzione
Al centro dell'inchiesta della Procura di Bari c'è il giro di escort che Gianpaolo Tarantini avrebbe portato in 21 occasioni – tra settembre 2008 e maggio 2009 – a Palazzo Grazioli, Villa San Martino e Villa Certosa e con le quali ha allietato per nove mesi le serate del presidente del Consiglio
Tre anni di indagini
Dopo indagini durate tre anni, la procura ha fatto notificare l'avviso di fine indagine ai fratelli Gianpaolo e Claudio Tarantini, a Sabina Began, ribattezzata «l'ape regina», all'avvocato Salvatore (Totò) Castellaneta, alle escort Francesca Lana e Letizia Filippi, a Massimiliano Verdoscia, amico e socio di Gianpi, e a Pierluigi Faraone
Secondo l'accusa, Gianpi, Verdoscia, Castellaneta e Faraone avevano organizzato un'associazione per delinquere per reclutare le donne che dovevano prostituirsi con il premier per fare il modo che Berlusconi desse all'amico Gianpi «incarichi istituzionali» e per permettergli di allacciare, attraverso lui, «rapporti affaristici con i vertici della Protezione Civile, con Finmeccanica e con le società a quest'ultima collegate

Aggiornamento del 12 febbraio 2024: Successivamente, nel novembre 2015 il Tribunale di Bari ha assolto Letizia Filippi da tutte le accuse


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