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Questo articolo è stato pubblicato il 28 ottobre 2011 alle ore 17:50.

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Le preoccupazioni del presidente della Toscana
Nonostante le rassicurazioni, il presidente della Toscana Enrico Rossi è «preoccupato per l'unità del Pd. Guai a noi se il partito si mostrasse al Paese diviso fra correnti, litigioso lacerato da personalismi. Per questo è bene sottolineare la necessità dell'unità del partito e contribuire a fare squadra quanto più possibile». Rossi, in un post sul suo profilo Facebook, ricorda di essere andato «a l'Aquila, a Bologna e - aggiunge - compatibilmente ai miei impegni, andrò anche alla Leopolda, per dare, come posso e per ciò che può valere, il mio contributo a perseguire l'obiettivo dell'unità».

Rossi si dice poi d'accordo con «le posizioni assunte dal Pd fiorentino che chiede a Renzi di continuare a fare il sindaco: non si lascia un incarico dopo 2,5 anni e dopo aver suscitato tante aspettative» e, quanto alle primarie, il Pd, dice, deve fare quelle di coalizione, aggiungendo che il candidato è Bersani. «Se poi Renzi, sbagliando, vuole comunque candidarsi libero di farlo. Personalmente ritengo che al punto in cui siamo non si possa bloccarlo richiamando le regole, pur importanti, dello statuto. Se vuole correre lasciamolo correre».

Quanto ai contenuti Rossi nota che «100 idee sono troppe. Rischiamo di somigliare alle 200 e più pagine del programma dell'Unione presentato da Prodi nel 2006. Qualcosa in cui tutti possono trovare ciò che gli piace, ma alla fine senza unitarietà e con elementi persino contraddittori». Tre, secondo Rossi, sono i temi principali: «come salvare il Paese dal debito pubblico e dalla crisi finanziaria, chiedendo a chi ha di più di pagare di più, e tutelando le categorie più deboli e i servizi per i cittadini; ritrovare la via di uno sviluppo di qualità, pensando in primo luogo ai giovani; riformare la politica e le istituzioni per renderle meno costose e più efficienti».

Il sarcasmo di Mussi alla Zanzara su Radio 24
«Renzi? Sarebbe un eccellente candidato di uno schieramento di centrodestra. Ha posizioni troppo di destra, di tipo liberista come accettare la facilità di licenziamento. Ha idee un po' sorpassate che andavano di moda quando c'erano Reagan e la Thatcher e di una sinistra ispirata a Blair». Lo ha detto Fabio Mussi, presidente di Sel, alla Zanzara su Radio 24. «Il Big Bang? Mi sembra che si tratti di propaganda, una cosa molto ambiziosa – aggiunge Mussi - Il Big Bang è avvenuto una volta, forse avverrà di nuovo nell'infinito dell'universo. Invece accadrà una cosa molto più piccola: Renzi dirà la sua assieme ad altre persone e da quel che ho capito la dirà sbagliata». Secondo Mussi, Renzi adesso «è un problema del Pd, spero non diventi anche un problema di Sel perché se lui fosse a capo del Pd sarebbe più difficile fare un'alleanza. Siamo incompatibili».

Bersani: non temo nessuno
Renzi, Zingaretti o Civati: chi teme di più Pier Luigi Bersani (biografia per immagini) come leader del centrosinistra? «Non temo nessuno: solo un pazzo può avere il desiderio di prendere in mano una situazione difficile come quella del nostro Paese». Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando a Radio Anch'io, ha poi aggiunto: «L'eccesso di personalizzazione è il passato e non il futuro». Ma andrà a Firenze alla convention del sindaco? «Facciamo bene le proporzioni: domani non sarò a Firenze da Renzi perchè sarò a Napoli, con duemila giovani per un'iniziativa meravigliosa e complicata di cui parlo da un anno».

Alla fine della giornata Renzi interviene alla Zanzara, trasmissione di Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani: «Scilipoti come Bocchino: hanno tradito e non rappresentano l'Italia vera - ha detto il sindaco di Firenze - Non siamo un Paese normale, si parla troppo di Scilipoti e Bocchino. Sono famosi perché fanno l'altalena. Si sono fatti eleggere con un partito e poi hanno cambiato. A me questa cosa non convince perché se viene eletto con qualcuno resti con quello schieramento. Una cosa è essere libero e una cosa è essere un cambia casacca».

«L'unico merito di Berlusconi...»
«L'unico merito di Berlusconi è che è stato il più grande di tutti a fare le campagne elettorali. Il modo in cui ha vinto quella del 2001 e del 2008, e quasi vinto quella del 2006, sono esempi lampanti della sua bravura». Sull'evasione fiscale Renmzi dice: «Il compianto Padoa Schioppa diceva che pagare le tasse era bello e doveroso. Io dico invece che non è bello, è solo giusto». E alla domanda se avesse mai sognato la Bindi di giorno come l'onorevole Buonanno risponde così: «Neanche di giorno se è per questo». E conclude: «Il mio peggior difetto? è l'arroganza».

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