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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 19:53.
L'ultima modifica è del 05 novembre 2011 alle ore 12:41.

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Nella nottata con i fedelissimi la conta dei numeri
Da indiscrezioni risulta che sabato sera, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, l'uomo "dei numeri" del partito, Denis Verdini, e il braccio destro del premier, Gianni Letta, abbiano fatto con il premier i conti sui numeri. Alla Camera la maggioranza non terrebbe più. Tabulati alla mano e ultime defezioni comprese, la matematica ferma l'asticella a quota 306. La linea suggerita a Berlusconi sarebbe stata quella delle dimissioni e di un nuovo esecutivo aperto e sostenuto dall'Udc. Ma nel pomeriggio Alfano parla di riflessione e un'ora dopo il premier: non mi dimetto.

Il Cavaliere vorrebbe attendere martedì
Il Cavaliere avrebbe chiesto almeno di aspettare fino a martedì, quando Montecitorio dovrà esprimersi sul Rendiconto, che già una volta costò al premier un passaggio parlamentare obbligato con tanto di voto di fiducia. Linea che non piace ai suoi che giudicano rischioso avventurarsi in voti cruciali con queste contingenze.

Il premier resta a Roma per contattare i dissidenti «uno per uno»
Intanto proseguono i contatti di Berlusconi con esponenti della maggioranza, tanto che il premier ha rinviato la sua partenza da Roma ed è restato a Palazzo Grazioli. Già ieri Berlusconi aveva spiegato, nel corso della conferenza stampa post-G20, di aver intenzione di contattare «a uno a uno» i dissidenti che si stanno manifestando all'interno dello schieramento di centrodestra. D'altra parte il tempo stringe. Il primo test che la maggioranza sarà chiamata ad affrontare è martedì quando a Montecitorio si voterà sul Rendiconto generale dello Stato. E sul vecchio testo l'Esecutivo era caduto.

Ft al premier: "In nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa vattene!"
Oggi un grande quotidiano economico come il Financial Time scriva un editoriale in cui, mettendo in risalto le similitudini tra Italia e Grecia, si rivolge a Berlusconi con le parole di Oliver Cromwell "In nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa vattene!".

L'articolo di Ft non passa inosservato nelle file dell'opposizione
Un articolo che non passa inosservato fra le file dell'opposizione. «Se Berlusconi – ha sottolineato Marina Sereni, vicepresidente dell'Assemblea Nazionale del Pd - anziché vedere ristoranti pieni e file agli aeroporti, prendesse finalmente atto di essere lui il principale problema dell'Italia in questo momento, renderebbe finalmente un servizio utile al suo Paese». Sulla stessa linea Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd. «Noi copiamo il prestigioso quotidiano finanziario britannico per dire a Silvio Berlusconi: "in nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa, vattene"». Per Ventura, «soltanto un cambio di leadership potrà dare fiducia - dicono dall'inghilterra - e sottolineano che non sarà però automatico restituire piena fiducia ai mercati, certo, sarà difficile e non indolore per un paese che ha sopportato anni di colpi di scena inefficaci, ma oggi a piazza San Giovanni, con il Pd c'é l'Italia che può costruire un futuro migliore».

Fini: non a un governicchio da ribaltone
Il Fli e il Terzo Polo, se dovesse essere sfiduciato l'esecutivo presieduto da Berlusconi, non sono disponibili per formare «un governicchio da ribaltonista». Lo ha detto oggi a Viterbo il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Noi auspichiamo un governo di larghe intese, presieduto da una importante figura, individuata dal presidente della Repubblica - ha aggiunto - di cui faccia parte il Pdl. Anzi, a mio avviso, il partito che ha vinto le ultime elezioni ha anche il diritto di indicare il successore di Berlusconi».

Casini: serve un nuovo governo con base parlamentare ampia
Inutile «litigare per guidare una nave che sta andando ad infrangersi contro gli scogli» serve piuttosto che tutti «facciano un passo indietro» nell'interesse nazionale. È il messaggio lanciato da Torino a esecutivo e
opposizione dal leader dell'Udc. Pier Ferdinando Casini. «Non si tratta di chiedere un passo indietro solo a qualcuno come a Berlusconi, qui la questione è che tutti noi dobbiamo fare un passo indietro per far fare un passo avanti all'Italia», ha osservato Casini. La ricetta dell'Udc non sono nuove elezioni ma piuttosto «un governo che abbia una base parlamentare ampia, che faccia le scelte impopolari che servono al paese e che ci vengono sollecitate dalle autorità finanziarie internazionali».

Rutelli (Api): l'Italia rischia di fallire per l'incapacità di Berlusconi
«Sono necessarie riforme difficili, il dramma del Paese si riassume in questo blocco, in questa paralisi», ha sotolineato il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli. «L'Italia ha bisogno di riforme coraggiose e difficili, ma Berlusconi non ha la voglia, né la capacità di farle, e tuttavia pretende di restare al potere», sottolinea Rutelli. «È per questa condizione paralizzante che l'Italia rischia di fallire».

Belisario (Idv): Berlusconi lasci perdere il pallottoliere e si dimetta
«Berlusconi lasci perdere il pallottoliere e la contabilità parlamentare - ha detto il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario - e guardi in faccia alla realtà: ormai non ha più i numeri per governare, la sua maggioranza continua a perdere pezzi ogni giorno e ora anche i fedelissimi si stanno dando alla fuga. Il premier riconosca di aver fatto il suo tempo e si faccia da parte».
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