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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2011 alle ore 21:00.
L'ultima modifica è del 10 novembre 2011 alle ore 12:29.

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Sul governo tecnico l'opposizione si divide: Fli e Pd pronte a sostenerlo, Di Pietro spinge per le elezioni (di Chiara Beghelli)

Gli ex An sugli scudi. Matteoli: voto anticipato unica soluzione
Nel Pdl, però, come detto, non tutti sono d'accordo su un esecutivo tecnico. Lo scenario Monti non piace, per esempio, a una parte degli ex An a cui dà voce il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli. «Le elezioni anticipate sono l'unica soluzione per superare la crisi di governo che si è aperta. Soltanto un governo eletto dai cittadini potrà affrontare la crisi finanziaria ed economica», spiega l'ex colonnello aennino. Che ribadisce il suo "no" a un governo di larghe intese «perché non è immaginabile dar vita ad un governo sostenuto da Pdl e Pd dopo che per tre anni e mezzo Bersani e compagni ci hanno attribuito solo errori e responsabilitá sulla crisi».

Sacconi contrario al governo tecnico
Anche il ministro Maurizio Sacconi non si mostra particolarmente convinto. Lui preferirebbe semmai, ma non è l'unico in casa Pdl, un esecutivo a matrice politica. E quindi boccia l'ipotesi Monti. «Un governo partecipato e sostenuto dalla sinistra rappresenterebbe solo l'illusione di una maggiore stabilità politica ed economica perché rivelerebbe presto la
propria incapacità di garantire coesione alla nazione attraverso valori condivisi e dinamismo produttivo». Insomma, la maggioranza è divisa davanti allo scenario che va prendendo sempre più piede. E c'è chi, come il ministro Gianfranco Rotondi, scuola democristiana, arriva addirittura a ventilare un ammutinamento suo e degli altri due parlamentari dell'ex scudo crociato eletti nel Pdl. «Se passa la linea del governo Monti rimetto il mio mandato e mi dimetto da deputato. Altri lo voteranno al mio posto».

Maroni: si vada subito a elezioni
La soluzione caldeggiata dal Colle e da buona parte del Pdl rischia quindi di terremotare la maggioranza e soprattutto di rompere l'asse tra Berlusconi e Umberto Bossi. Che prima affida al ministro dell'Interno Roberto Maroni il compito di rimarcare la voglia di urne del Carroccio. «Sul piano personale - chiarisce Maroni - ho grande stima personale per Monti anche perchè è di Varese. La posizione della Lega e mia personale - ha aggiunto - è chiara: noi pensiamo che la decisione su chi governa debba essere lasciata ai cittadini. Se la coalizione uscita dalle elezioni del 2008 non è più in grado di governare - ha confermato Maroni - si deve tornare rapidamente alle urne».

Bossi a Tremonti: la Lega non appoggerà mai Monti
Poi, in un faccia a faccia con il ministro Giulio Tremonti, il Senatur ribadisce la linea del Piave per la Lega. Il Carroccio è per una soluzione politica e non appoggerà mai un governo che passa per un tecnico, ancorché di prestigio, come il preside della Bocconi. Se Berlusconi proporrà Alfano, è il ragionamento che il Senatur consegna a Tremonti, la Lega garantirà il suo sostegno, ma niente aperture per un esecutivo che lasci fuori dalla porta i partiti. E a favore del voto anticipato si mobilita anche il direttore de Il foglio, Giuliano Ferrara, che lancia via una nuova mobilitazione in programma sabato a Milano.

Blog / Preconsultazioni, due ministri (del Pdl) e due linee diverse (del Pdl) (di Daniele Bellasio)

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