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Questo articolo è stato pubblicato il 10 novembre 2011 alle ore 21:52.

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Sul nuovo governo la Lega valuterà di volta in volta. Al voto con il Pdl? Bossi: «Le elezioni sono lontane»Sul nuovo governo la Lega valuterà di volta in volta. Al voto con il Pdl? Bossi: «Le elezioni sono lontane»

«Non un governo tecnico ma un esecutivo politico, di evidente connotazione ribaltonistica». Così Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, commenta le indiscrezioni sulla possibile composizione del governo di transizione al quale, ribadisce, la Lega farà «un'opposizione durissima e combatterà la futura 'Banda Bassotti'».

Il no dei Lumbard a un governo di transizione è ormai un dato acquisito, ma i toni, dentro il Carroccio, si accendono. E la tensione con gli alleati di sempre cresce. I leghisti hanno disertato gli ultimi vertici a Palazzo Grazioli e c'è chi tra loro (come Angelo Alessandri) dice chiaramente che, a questo punto, senza Silvio Berlusconi, l'alleanza con il Pdl è tutt'altro che scontata. Va oltre il presidente leghista del Consiglio Regionale della Lombardia, Davide Boni, che vede a rischio l'alleanza fra Lega e Pdl anche negli enti locali se ci sarà un governo di maggioranza allargata senza il Carroccio.

Umberto Bossi però frena ogni retropensiero e spiega che la decisione (eventuale) del Pdl di appoggiare il governo Monti non necessariamente comporterà la rottura dell'alleanza, «quello non c'entra niente», dice il segretario federale della Lega che oggi non si è sentito con Berlusconi. Ma - chiedono i giornalisti - alle prossime elezioni è possibile ancora che vi presentiate con il Pdl? «Adesso siamo lontani dalle elezioni», risponde il Senatur che lascia capire come la posizione del Carroccio nei confronti del nuovo esecutivo non sarà quella di un'opposizione ad oltranza. «È meglio stare fuori e dal di fuori puoi contrattare volta per volta le cose». Ma Bossi non vuole parlare di appoggio esterno, perché «su alcune cose possiamo essere d'accordo su altre no».

Il leader dei Lumbard avrebbe ribadito il no intransigente ad ogni ipotesi di governo tecnico o di larghe intese anche nell'incontro a Montecitorio con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Mentre Roberto Maroni ha chiarito che il voto della Lega sulla legge di stabilità sarà l'ultimo atto di questo governo e di questa maggioranza, il Carroccio passerà all'opposizione. Maroni sottolinea però la sua personale stima per Monti. Per definire la linea da tenere rispetto alla possibilità di un ingresso del Pdl nel nuovo esecutivo Silvio Berlusconi aspetta di parlare con Bossi. Il premier prima di decidere su un eventuale governo tecnico Monti, vuole sentire tutti, il suo partito e gli alleati, a cominciare dalla Lega.

Che il Carroccio proceda su questa strada per ragioni di consenso elettorale qualcuno tra i pidiellini lo dice chiaramente. «Mi sono sembrati quasi contenti - considera Renato Farina - un buon pretesto per mollare Berlusconi, non per astio verso di lui, ma per calcolo politico futuro». A sentire Radio Padania la linea di Bossi sembra aver rilanciato il sodalizio con la base che, in particolare dopo le ultime vicende al congresso di Varese, sembrava vacillare. Ai microfoni di 'Che aria tira' gli ascoltatori puntano il dito contro il Pdl che «tentenna sul governo tecnico», la Lega, invece, «è l'unica ad agire per il bene dell'Italia». «Fa bene, dunque, a stare all'opposizione, a dire no a governi di palazzo».

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