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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2011 alle ore 22:35.
L'ultima modifica è del 11 novembre 2011 alle ore 10:57.

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La Lega è pronta all'opposizione, ma....
Le divisioni passate del Carroccio sembrano improvvisamente scomparse. Perché sul governo Monti Bossi ha ritrovato l'unità con i suoi sul "no" deciso a un governo tecnico. «Siamo pronti ad andare all'opposizione», ripete a ogni pie' sospinto il Senatur, «meglio stare fuori e decidere volta per volta». Ma non chiamatelo appoggio esterno, la Lega vuole piuttosto lasciarsi le mani libere anche per provare a riconquistare quel pezzo di elettorato che l'ha abbandonata alle ultime elezioni per via del matrimonio troppo stretto con il Cavaliere. In serata secondo indiscrezioni raccolte in ambienti del Carroccio, si è rafforzata l'ipotesi di un governo guidato da Lamberto Dini, senatore del Pdl apprezzato anche dall'opposizione. La considerazione della Lega, per stoppare un Esecutivo Monti, è che a Palazzo Madama Pdl e Lega hanno ancora la maggioranza.

Bersani scommette sull'ex commissario Ue, ma il Pd si divide.
Pierluigi Bersani si è speso con convinzione per il governo Monti, bocciato invece da Romano Prodi («è una sconfitta della politica»). La condizione posta però dal segretario del Pd è chiarissima: ci vuole discontinuità rispetto al precedente esecutivo. Dunque, se fosse per il numero uno dei Democrats, a Palazzo Chigi dovrebbero andare solo i tecnici, niente "ammucchiate" tra Pdl e Pd. Non tutti però condividono la sua linea. Enrico Letta, il cui nome circola come possibile sottosegretario, non è contrario da par suo a un esecutivo "misto", come pure l'ex premier Massimo D'Alema, mentre Rosy Bindi è sulle posizioni del segretario: la politica deve fare un passo indietro. E anche i veltroniani non disdegnano lo scenario Monti. Resta l'incognita Matteo Renzi che non ha ancora sciolto le riserve sull'ex commissario Ue e che potrebbe dar battaglia al segretario sull'appoggio al governo tecnico.

L'endorsement di Casini per Monti
Pierferdinando Casini non ha mostrato tentennamenti e ha elogiato in più occasioni il preside della Bocconi. Aggiungendo anche che, quando il capo dello Stato lo chiamerà e gli chiederà un nome, «io farò quello di Monti». I centristi sono dunque favorevoli a un esecutivo affidato dall'ex commissario Ue, ma Casini non si è sbilanciato sulla natura del nascituro governo. Se sarà anche politico, ha spiegato, «l'Udc e il Terzo Polo designeranno i loro rappresentanti (si parla di un ministero per Cesa o Buttiglione, ma si fanno anche i nomi di esterni graditi ai centristi come Bonanni o Passera, ndr). Se invece ritiene più opportuno un governo di tutti tecnici», l'Udc ne prenderà atto.

Fini e Fli schierati con il professore bocconiano
Da Italo Bocchino a Benedetto Della Vedova, dentro Fli è tutto un coro di sostenitori dell'ex commissario Ue. Il partito di Gianfranco Fini, sfiancato dai non brillanti risultati elettorali e dal protagonismo di Casini all'interno del Terzo polo, sembra aver ritrovato smalto con il tramonto di Berlusconi. E anche il presidente della Camera si è mostrato subito favorevole all'ipotesi di un governo guidato dal presidente della Bocconi auspicando che attorno a lui possa crearsi «una convergenza di forze parlamentari inedita».

Di Pietro ora apre a Monti, ma «non al buio e tempi chiari sul voto»
«Se è vero come è vero che i mercati non possono aspettare, Monti potrà fare quegli interventi di urgenza che vogliamo sapere nel merito quali sono e non devono essere macelleria sociale. Però ci deve essere chiarezza sui tempi entro cui andare alle elezioni con una nuova legge elettorale». Antonio Di Pietro ha smussato la sua iniziale contrarietà a un governo Monti: l'Idv l'appoggerà, ma «non al buio» e valutando di volta in volta i provvedimenti. Per Di Pietro meglio sarebbe stato andare al voto e sfruttare quel vantaggio che i sondaggi pronosticano da tempo per l'asse di Vasto, cioè l'alleanza tra Bersani,Vendola e l'ex pm. Ma così non può essere e Di Pietro pare essersene fatto una ragione. Il Pd ha infatti da subito assicurato il suo sostegno all'ex commissario Ue e Bersani non ha mancato di bacchettare Di Pietro per la sua scelta controcorrente, ora corretta in corsa.

Vendola: purché sia governo a tempo
Sel non ha onorevoli in Parlamento quindi non sarà chiamata al Colle per le consultazioni. Ma il leader, Nichi Vendola, ha voluto comunque far sapere il suo pensiero chiarendo che lui non è contrario a un governo Monti purché sia un esecutivo a tempo e «di scopo» capace di fare scelte drastiche (a cominciare dall'introduzione di una tassa patrimoniale) per poi accompagnare il Paese al voto.


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