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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2011 alle ore 18:53.
L'ultima modifica è del 17 novembre 2011 alle ore 13:25.

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I tecnici per rilanciare il rapporto fra cittadini e politica
«Un tecnico non viene ad asserire la sua priorità tecnica sulla politica, al contrario, spero che il mio governo e io potremo, nel periodo che ci è messo a disposizione, contribuire con rispetto e umiltà a riconciliare maggiormente i cittadini e le istituzioni, i cittadini alla politica», ha aggiunto Monti. «L'Europa sta vivendo i giorni più difficili dal secondo dopoguerra», dice citando i padri del progetto europeo, soprattutto De Gasperi.

Dobbiamo restare al centro dell'Europa
«La gestione della crisi ha sofferto della mancanza di governance. Solo se eviteremo che qualcuno ci consideri l'anello debole dell'Europa potremo ricominciare a contribuire all'elaborazione delle riforme europee. Altrimenti ci ritroveremo soci di un progetto ideato da Paesi che hanno a cuore anche i loro interessi nazionali, fra i quali non c'è necessariamente un'Italia forte». «Le prossime settimane, pertanto, saranno cruciali. Non vediamo i vincoli europei come un'imposizione - ha proseguito Monti - Non c'è un "loro" e un "noi": l'Europa siamo noi».

Il lavoro del nostro governo fornirà gli strumenti ai governi che verranno dopo di noi
In seguito, Monti è entrato più in dettaglio nei punti chiave del suo programma, lasciando comunque ai singoli ministri, una volta ottentuta la fiducia, l'esposizione delle linee di intervento nelle commissioni. Innanzitutto, vista l'importanza delle autonomie speciali, Monti ha dichiarato di aver assunto le competenze agli Affari Regionali. E qui uno dei primi obiettivi è «usare al meglio i fondi strutturali europei».
Un governo che però non pretende di dare soluzioni a tutti i problemi dell'Italia, ma solo di «impostare il lavoro per i governi che verranno dopo di noi», suddividendo i provvedimenti fra strumenti per uscire dall'emergenza e strumenti per l'ammodernamento del Paese.

Costi della politica e Ici, lavoreremo a misure aggiuntive rispetto a quelle del governo Berlusconi
Daremo «piena attuazione alle misure» varate questa estate, completandole con le misure contenute nella lettera inviata in Europa e «valuteremo ulteriori correttivi», ha spiegato Monti, partendo dal sistema pensionistico, giudicato «non equo, caratterizzato da disparità e privilegi», la lotta all'evasione fiscale, la reintroduzione dell'Ici. Tra le riforme chiave quelle del lavoro, a proposito della quale il neo presidente del Consiglio ha precisato che non toccherà i contratti in essere. E sul fronte del taglio dei costi della politica, a fronte dei sacrifici necessari per tutti gli italiani, «saranno ineludibili interventi per contenere i costi delle cariche elettive», che dovranno contribuire a questo sforzo usando il criterio della «sobrietà. Ci si dovrà allineare alle best practices europee». Monti ha annunciato che provvederà anche ad una spending review del fondo unico della presidenza del Consiglio.

La riforma del lavoro, dal fisco agli ammortizzatori sociali
«Con il consenso delle parti sociali dovranno essere riformate le istituzioni del mercato del lavoro per allontanarci da un mercato duale dove alcuni sono eccessivamente tutelati ed altri privi di tutele e assicurazioni». Pertanto, dice Monti, va ridotto il peso fiscale del lavoro e modificare i rapporti di lavoro, «ma senza toccare quelli già in essere». Si lavorerà anche «sulla riforma sistematica degli ammortizzatori sociali», perché «siamo in crisi, ma non metteremo i lavoratori in angoscia». La pressione fiscale, invece, va aumentata su consumi e proprietà.

Il capitolo fisco: lotta all'evasione per abbattere le aliquote
«La lotta all'evasione fiscale e all'illegalità non serviranno solo per aumentare il gettito ma anche per abbattere le aliquote. Una lotta vera servirà per ridurre in maniera incisiva il peso per i contribuenti», ha detto Monti, per il quale «coerentemente con il disegno della delega fiscale e della clausola di salvaguardia che la accompagna, una riduzione del peso delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e sull'attività produttiva finanziata da una crescita del prelievo sui consumi e sulla proprietà, sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico».
Per combattere l'evasione, pertanto, si farà particolare «attenzione alle ricchezza accumulata e non solo ai redditi prodotti». Su questo fronte bisognerà «abbassare la soglia del contante e favorire l'uso della moneta elettronica».

I giovani e le donne priorità del governo
Donne e giovani sono «due risorse specate» per la crescita del Paese, secondo il presidente del consiglio, per il quale è fondamentale «assicurare dapprima l'inserimento e quindi la permanenza delle donne nel mondo lavorativo» anche con misure precise. È necessario
affrontare questioni come la «condivisione della responsabilità della maternità o della paternità» e «studiare una tassazione preferenziale per le donne». Per quanto riguarda i giovani, ha rimarcato Monti, «bisogna investire sui talenti ed eliminare i vincoli che non ne valorizzano le capacità individuali, e impediscono di sfruttare le proprie possibilità,
indipendentemente dalla situazione di partenza». Monti ha posto anche grande enfasi sulla «mobilità sociale e geografica» in ambito italiano ed europeo.

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