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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2011 alle ore 16:16.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2011 alle ore 10:14.

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Il legale dell'ad: dichiarazioni di Di Lernia inattendibili
«Fermo restando il rispetto per l'operato della magistratura si deve rilevare che il provvedimento si basa principalmente sulla dichiarazioni del signor Tommaso Di Lernia che già in passato, rispetto a fatti connessi, si è rilevato inattendibile», ha spiegato l'avvocato Francesco Scacchi, che difende l'ad di Enav. «Peraltro, gli interessi rappresentati da Di Lernia sono stati da tempo oggetto di pesanti iniziative di contrasto poste in essere su precisa indicazione del dott. Pugliesi e che hanno ad oggi condotto all'estromissione della Print Sistem srl dall'albo fornitori aziendale, all'interruzione dei pagamenti ed alla risoluzione di tutti i rapporti contrattuali esistenti con la Print Sistem stessa».

Nel mirino appalti e sovrafatturazioni dei costi
Nel mirino degli investigatori sono finiti, tra l'altro, una decina di appalti assegnati senza gara pubblica da Enav a Selex Sistemi Integrati l'inchiesta della Procura di Roma aperta più di un anno fa e che stamane ha portato a diversi provvedimenti giudiziari. Gli accertamenti dei pm hanno riguardato quindi anche la Selex, società della quale è amministratore delegato Grossi. In particolare, al vaglio del pm, sono finiti lavori, sia tecnici sia di opere civili, riguardanti gli aeroporti di Napoli e Palermo. L'ipotesi di lavoro degli inquirenti è che i lavori assegnati a Selex e subappaltati alle società Print System, Arc Trade, Techno Sky e altre abbiano determinato una sovrafatturazione dei costi e la creazione di un "surplus", poi redistribuito tra i soggetti coinvolti, compresi esponenti dell'Enav. Il tutto in un arco di tempo che va dal 2005 al 2010.

Al centro della vicenda anche lo yacht finito nelle mani di Milanese
L'episodio per cui è indagato Borgogni riguarda la vicenda della barca di Milanese, ceduta ad un prezzo di gran lunga superiore al suo valore. Insieme a Borgogni e allo stesso Milanese sono indagati per questo episodio Massimo De Cesare, legale rappresentante della Eurotec, Di Lernia, "dominus" della società, l'ex consulente Cola e il manager Fabrizio Testa. In particolare, secondo l'accusa, De Cesare e Di Lernia, con la mediazione di Testa, in accordo con Cola, che agiva «di concerto» con Borgogni, avrebbero erogato a Milanese «una utilità non inferiore a 224.224,57 euro, pari al valore della sopravvalutazione dell'imbarcazione più spese di gestione e manutenzione del bene». Il gip Fattori, come detto, non ha accolto la richiesta della procura di applicare un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Borgogni per lo stesso reato contestato a Pugliesi. Le dichiarazioni di chi accusa Borgogni, a parere del magistrato, sono da ritenersi generiche.

Il gip: condotte illecite parte strutturale del sistema
Secondo il giudice le condotte penalmente rilevanti costituiscono «elementi strutturali di un "sistema" che seleziona i componenti degli organi di società direttamente o indirettamente riferibili allo Stato e i loro interlocutori commerciali in base al criterio della loro disponibilità a farne parte nella consapevolezza della illegalità che quello pratica». Nell'ordinanza di custodia cautelare Fattori sostiene che «in tale sistema le frodi fiscali e gli illeciti finanziamenti ai partiti e a loro derivazioni parlamentari individuano, qualificandole sotto il profilo penale, le condotte che lo realizzano e di cui quello si alimenta per rigenerarsi». Nel caso in questione, le esigenze cautelari, «con specifico riferimento al rischio di reiterazione, derivano la eccezionalità del loro grado dal dato storico- investigativo che le condotte criminose si inseriscono in quella che può essere definita una politica di impresa che si avvale costantemente di mezzi illeciti per il perseguimento di profitti non dovuti, massimamente nei rapporti con gli organi appartenenti alla cosiddetta "alta amministrazione" dello Stato».

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