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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2011 alle ore 11:26.
L'ultima modifica è del 14 dicembre 2011 alle ore 10:38.

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Protesta tra i banchi della Lega durante l'intervento del Presidente del Consiglio Mario Monti in aula del Senato (Ansa)Protesta tra i banchi della Lega durante l'intervento del Presidente del Consiglio Mario Monti in aula del Senato (Ansa)

Il premier: divergenza prospettiva tra Germania e altri Paesi Ue
Si è stabilito, prosegue il premier, «un quadro più rigoroso sullla disciplina delle finanze pubbliche». «Esisteva prima del Consiglio europeo e si è confermata una linea di divergenza in seno all'Unione», osserva Monti. «A giudizio della Germania - dice - questo solo fatto avrebbe tolto le ansie ai mercati. La visione di molti Stati membri, tra cui la nostra, era differente: la credibilita della disciplina è un elemento essenziale», ma non basta, rimarca il presidente del Consiglio. «Abbiamo insistito - rivela Monti - sull'importanza di avere meccanismi di disciplina, ma anche sull'importanza di dotare l'area Euro di dispositivi di intervento corroborati da mezzi finanziari per evitare il contagio tra Paesi». Roma si è mossa «per il potenziamento del fondo europeo di stabilità finanziaria.

Eurobond: tema sarà discusso da consiglio di marzo
Monti torna quindi sul nodo delicato degli eurobond. Qualcuno protesta dai banchi della maggioranza e Schifani redarguisce il capogruppo della Lega, Federico Bricolo. «Piuttosto parlaci di pensioni», attacca il leghista. Il premier mantiene il suo consueto aplomb e tenta di andare avanti. «C'è stata una discussione nel Consiglio europeo sul ruolo degli eurobond e si è deciso di non far figurare il riferimento agli eurobond nelle conclusioni finali del summit, ma è stato deciso che nel rapporto che sarà presentato entro il 31 marzo sarà discusso e presentato il tema degli eurobond». Gli eurobond, prosegue Monti, «non sono un «mezzo subdolo per evitare la disciplina e il rigore finanziario, sono un messaggio forte anche per favorire la crescita».

Evitare che concerto franco-tedesco domini Europa
Prima dell'interruzione, Monti evidenzia anche la necessità di evitare un'Europa guidata dal direttorio franco-tedesco. «L'obiettivo è evitare che «il puro concerto bilaterale franco-tedesco domini l'Europa», chiarisce il premier ricordando alcune decisioni prese a Deauville da Merkel e Sarkozy come il coinvolgimento nelle perdite del settore privato: «Adesso - sottolinea Monti - i 27 paesi hanno deciso che quella cosa deve essere tolta di scena. Questo è un messaggio collaborativo con cui si dice: Merkel e Sarkozy potete fare errori, è meglio che agiamo con con una consultazione preventiva tra tutti». È nell'interesse dell'Italia, assicura il professore, «che ci siano istituzioni comunitarie forti per imporre il rispetto del diritto comunitario a tutti». Quanto alla scelta della Gran Bretagna, il premier si dice convinto che Londra non è fuori dall'Unione europea ma, durante il vertice di Bruxelles, «ha chiesto qualcosa di non accettabile per noi». L'Italia ha interesse, però, «sia come visione europea, sia come interesse nazionale per un bilanciamento geopolitico in Europa all'asse franco-tedesco, che un grande Paese come la Gran Bretagna resti il più possibile dentro le varie attività europee».

Il professore: abbiamo detto a Ue sì a Tobin Tax per meno tasse
Quindi il passaggio più importante dell'informativa che arriva subito dopo la ripresa dei lavori. «Colgo l'occasione per dire che in sede europea uno dei modi per arrivare a "meno tasse" su chi produce e per le famiglie è anche quello di avere una fiscalità estesa anche al mondo della finanza», afferma il premier. «Ho notificato in sede europea che - ricorda il professore - l'Italia è disposta a cambiare la propria posizione su questo tema. Il precedente governo in sede europea aveva tenuto una posizione contraria all'ipotesi sulle tassazioni finanziarie. Dopo una attenta valutazione abbiamo segnalato che l'Italia è pronta a considerare questa posizione e ad unirsi a quelli che vorrebbero» la "Tobin tax".

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