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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2012 alle ore 19:30.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2012 alle ore 08:19.

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, la nave da crociera naufragata il 13 gennaio davanti alla costa dell'isola del Giglio, si è nuovamente mossa. Per questo motivo sono state sospese tutte le attività di ricerca dei dispersi. Secondo il professor Casagli, esperto di frane che si occupa del monitoraggio, il relitto si muove ogni ora di 7 millimetri a poppa e 15 a prua.

Con la spada di Damocle dell'allarme per le mareggiate in arrivo il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, come riferito dal ministro dei rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, al termine della riunione di governo sul pacchetto liberalizzazioni. Nel frattempo è arrivata la nave Orione che farà parte del pool antinquinamento che entrerà in funzione quando inizieranno le operazioni di recupero del carburante della nave. Il computer Rov continua ad effetturae la verifica dei punti di appoggio della nave, registra immagini e dati e inoltre fa anche ricerca di corpi in acqua.

Il fronte legale
Il legale del comandante Francesco Schettino, intanto, ha annunciato che chiederà la scarcerazione del proprio assistito, presentando ricorso al tribunale del riesame. Schettino è ora agli arresti domiciliari a Meta di Sorrento, come stabilito dal gip di Grosseto: anche la Procura aveva preannunciato ricorso contro l'ordinanza del gip per chiedere il ritorno in carcere del comandante. L'avvocato Bruno Leporatti ha anche negato la notizia circolata nelle ultime ore secondo cui Schettino sarebbe stato ubriaco la sera dell'incidente all'Isola del Giglio. «Che Schettino avesse bevuto oltre misura a cena quella sera è un'immane sciocchezza», ha detto l'avvocato. Il comandante, sempre attraverso ail suo legale ha dichiarato: «Ho fatto il mio dovere. Se ho fatto un errore, sono pronto ad assumermene la responsabilità. Ma prima è bene che siano individuati questi aspetti, questi errori, verifichiamoli e poi tutti possiamo valutare».

Pm: «La nave andava troppo veloce»
Intanto altri accertamenti sulla posizione del timone della Costa Concordia sono stati disposti dalla Procura di Grosseto.
Il sospetto degli inquirenti è che il timone sia posizionato "tutto a dritta", cioè a destra, come per evitare all'ultimo momento lo schianto contro gli scogli dell'isola. Se così fosse, il comandante Francesco Schettino non avrebbe davvero compiuto una manovra d'emergenza, come affermato dal suo legale, per evitare alla nave la deriva al largo. Al contrario, si sarebbe ritrovato sul punto di andare contro l'isola, ad una velocità di navigazione persino superiore al consentito.

Intervento dell'Ue
Sulla tragedia del Giglio interviene anche l'Ue: una revisione delle norme comunitarie sulla sicurezza dei passeggeri delle navi, attualmente in corso, «dovrà tenere pienamente conto della lezione legata alla tragedia della Costa Concordia», ha chiesto il vicepresidente della Commissione Ue, Siim Kallas, responsabile dei trasporti, che illustrerà la posizione di Bruxelles al Parlamento europeo martedì prossimo. Anche il presidente e ad di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi, dall'Isola del Giglio è tornato a parlare del naufragio della Costa Concordia: «I comandanti - ha detto - hanno troppi poteri; l'allarme è stato dato con ritardo gravissimo».

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