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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2012 alle ore 06:40.

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Potrebbe peraltro attenuarsi, per tale via, la responsabile propensione dei Governi a correggere gli scompensi strutturali. Per una soluzione non precaria è cruciale il concetto di "equilibrio" del pubblico bilancio che si assume. Non meno cruciale è il vincolo che il bilancio sia in equilibrio.
Equilibrio di bilancio, in un arco di tempo prestabilito, può voler dire uscite pari alle entrate, tenuto conto o meno del ciclo (che influisce sul bilancio con segno alterno, migliorando i saldi nella fase della espansione e peggiorandoli in quella recessiva). Può in alternativa voler dire entrate pari alle uscite al netto delle spese per investimento, tenuto conto o meno del ciclo.
Data una fra queste accezioni – è preferibile la seconda, tenendo conto del ciclo – l'equilibrio deve essere sancito nella Costituzione, garantito da regole precise che Governi e Parlamenti non possano infrangere. Dev'essere inoltre certificato da un organismo tecnico indipendente dall'esecutivo, come pure dalla maggioranza e dalle minoranze parlamentari.
Nell'Europa dell'euro gli Stati hanno rinunciato a battere, individualmente, moneta. Al tempo stesso l'Europa dell'euro non è uno Stato federale e le è sinora mancata la capacità culturale e politica di conciliare rigore e flessibilità nel Governo dell'economia. La emissione di "eurobonds" e la messa in comune di fondi "salvastati" presuppongono passi verso l'unione politica che alcuni Paesi membri evidentemente considerano tuttora prematuri. È altresì improbabile che i mercati finanziari siano rassicurati da debito garantito da debito: il debito di singoli Paesi garantito dal debito di tutti i Paesi membri.
In un contesto siffatto potrebbe utilmente darsi la seguente soluzione di second best: bilanci pubblici costituzionalmente vincolati all'equilibrio e una banca centrale a cui si dia la facoltà – non l'obbligo – di evitare, nell'Eurozona, l'illiquidità di Stati solvibili. Spetterebbe alla banca centrale – al Sistema europeo delle banche centrali (Sebc) – di accertare se vi sia razionamento in senso tecnico: se la domanda di credito di uno Stato membro con bilancio in equilibrio non trovi soddisfazione nel mercato obbligazionario nemmeno a tassi di interesse elevati, o crescenti.
L'alternativa è che lo Stato solvibile ma illiquido esca dall'euro, essendo costretto a riappropriarsi del diritto di signoraggio come unica via per finanziare irrinunciabili spese pubbliche. È al contrario possibile che i Paesi dell'area dell'euro curino l'equilibrio del bilancio anche per meritare il sostegno del Sebc per il caso in cui versino in una condizione di illiquida solvibilità.
La base monetaria creata dalla banca centrale "per conto dello Stato" troverà, se necessario, compensazione in una minore creazione di base monetaria "per conto del commercio". Il totale della base monetaria dovrà, e potrà, continuare a essere gestito così da contrastare tanto l'inflazione quanto la deflazione del livello medio dei prezzi dei beni e dei servizi, primario compito del Sebc.
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