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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2012 alle ore 08:11.

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Corrado PasseraCorrado Passera

L'operazione coinvolgerà l'attuale rete Telecom?
Bisogna vedere quanto Telecom sia interessata a investire e con che tempi e poi confrontare quei tempi e quegli investimenti con l'interesse del Paese.

La questione delle frequenze digitali ha complicato non poco i rapporti tra Governo e Pdl. Dopo lo stop al beauty contest, come pensate di procedere?
Siamo contrari a cedere a titolo gratuito beni di valore di proprietà dello Stato come le frequenze e non c'è nessun motivo per ritornare indietro rispetto a questa decisione. Per questo motivo abbiamo interrotto la procedura del beauty contest e abbiamo dato 60 giorni agli operatori del settore per farci avere le loro osservazioni. Poi il governo ne avrà altri 30 per arrivare a una decisione. Sicuramente bisognerà tenere conto del fabbisogno del mondo delle telecomunicazioni nei prossimi 3-5 anni: le regole internazionali prevedono che a partire dal 2015-2016 una parte dello spettro potrebbe essere utilizzata per la nuova generazione della telefonia mobile e noi vogliamo che l'Italia sia tra i primi ad avvantaggiarsi di queste ulteriori aperture.

Il confronto con Mediaset è destinato ad inasprirsi? Confalonieri reclama certezza delle regole e paventa tagli occupazionali.
Sulle frequenze hanno rappresentato in modo molto civile le loro idee, di cui prendiamo atto. Concordo sulla certezza delle regole, non entro sul tema delle politiche aziendali.

È possibile in tempi brevi il riassetto della governance Rai?
Se la domanda è se alle prossime nomine si arriva con una nuova governance, le dico che, se anche qualcuno lo avesse desiderato, non ci sono né i tempi né i modi. Alle nomine del nuovo consiglio, essendo tra un mese, si arriverà per definizione con la governance attuale. Dopodiché sarà il presidente del Consiglio a decidere.

E poi c'è il grande tema della cultura, che può diventare fattore di sviluppo…
In Italia si è discusso per decenni di questo aspetto fondamentale. Solo che, mentre lo si faceva, le risorse per la scuola, l'università, la ricerca, i beni culturali venivano via via tagliate, arrivando in alcuni casi a far collassare il sistema della cultura. È indubbio che anche su questo fronte serva un'inversione di tendenza forte. Il Governo vuole fare la sua parte, mobilitando tutti gli attori coinvolti nella produzione di cultura e conoscenza al servizio del Paese. L'azzeramento del divario digitale, la lotta contro ogni forma di analfabetismo, l'investimento in cultura e conoscenza sono le principali priorità su cui ci siamo già attivati.

Tra le sue linee programmatiche c'è la ridefinizione del sistema degli incentivi alle imprese. A che punto siamo?

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