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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2012 alle ore 08:11.

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Corrado PasseraCorrado Passera

È tutto collegato. Il credito, soprattutto negli ultimissimi mesi, è diventata una vera criticità per tre fattori principali: carenza di liquidità da parte delle banche, ora attenuata grazie all'intervento della Bce di Mario Draghi; carenza di capitale delle stesse banche, peggiorata da norme eccessivamente procicliche; ma anche la grande quantità di credito forzoso che deriva dai pagamenti lenti e dallo scaduto, sia nel mondo privato sia in quello pubblico.

A quanto ammontano davvero questi crediti?
Nessuno ne conosce esattamente l'entità, ma potrebbe essere di almeno 100 miliardi tra pubblico e privato. È un'enormità di indebitamento forzoso che crea problemi finanziari ed economici alle aziende soprattutto più piccole, che occupa le linee delle banche e riduce le risorse a disposizione per finanziare l'operatività e gli investimenti. Dobbiamo riportare l'Italia in linea con le regole europee, ma senza mettere a rischio gli obiettivi di deficit e debito pubblico.

Questo è chiaro. Ma come?
Non esistono soluzioni semplici. Ci stiamo lavorando con Vittorio Grilli, per individuare le modalità che ci permettono di rispettare tutte le esigenze sul tavolo. Nel decreto cresci-Italia comunque abbiamo messo a disposizione quasi 6 miliardi proprio per dare un primo sollievo per ridurre lo scaduto delle amministrazioni centrali.

Torna il nodo delle risorse. Molte delle misure che abbiamo elencato sono a costo zero, ma non si rischia che senza i necessari investimenti il capitolo della crescita resti un libro dei sogni?
La lotta all'evasione fiscale e la spending review sono infatti capitoli fondamentali per trovare risorse da destinare allo sviluppo, oltre che naturalmente agli ammortizzatori e a molti problemi sociali urgenti. Ma un presupposto indispensabile che può creare velocemente una nuova fase di crescita è il ribasso dello spread. Perché questo rende possibili il credito e gli investimenti, rimette in moto liquidità, consente l'assestamento dei conti pubblici. Queste cose già iniziano a succedere perché il Paese sta riacquistando credibilità: anche su questo Monti sta facendo un vero miracolo.

Qualcuno vi ha criticato come il governo dei banchieri.
Mi sembra che la polemica sia stata spenta dai fatti e dalle decisioni che abbiamo preso a favore della concorrenza e in tutti i settori: dall'energia, ai trasporti, ai servizi finanziari. Al contrario direi che l'esperienza di banchiere, come quella alle Poste, nell'editoria, nell'informatica, nella consulenza, si stanno rivelando tutte molto utili per affrontare le tante situazioni critiche e le tante opportunità che ho sul tavolo.

Si fa un gran parlare di sue ambizioni politiche come candidato premier nel 2013…
Anche solo formulare ipotesi di questo genere e dare connotazioni partitiche al nostro lavoro significherebbe far male a questo governo che – grazie al supporto del Parlamento e di moltissimi cittadini – sta impegnandosi per il bene del nostro Paese.

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