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Questo articolo è stato pubblicato il 14 marzo 2012 alle ore 16:27.
L'ultima modifica è del 14 marzo 2012 alle ore 09:48.

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Bonanni: l'articolo 18 può essere ristrutturato
L'articolo 18 «può essere ristrutturato. Anche un grande partito come il Pd si è reso disponibile» a ragionare su alcuni aspetti. Così il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni nel corso della trasmissione di Rai 2 "L'Italia sul 2". «Abusi e discriminazioni bisogna combatterli comunque. Fermo restando questo, l'articolo 18 può essere ristrutturato» ha specificato Bonanni facendo l'esempio dell'accelerazione dei tempi delle cause di lavoro. «Io penso che si può fare come in Germania - ha proseguito - il giudice in un tempo ridotto, con l'ausilio di un rappresentante dell'impresa e del lavoratore, decide se» ordinare «il reintegro nei casi più gravi oppure l'indennizzo nei casi meno gravi». Poi «ci sono i licenziamenti a carattere economico» ha proseguito Bonanni. Sul piano dei licenziamenti «individuali economici» a parere del segretario della Cisl «si può anche ricorrere a un sistema diverso dall'articolo 18 che peraltro andrebbe anche a favore del lavoratore il quale - ha spiegato - può essere inserito almeno nella mobilità diversamente da come oggi non avviene. Ho visto - ha concluso - che Confindustria capisce che è una proposta ragionevole».

Camusso: stanno maturando cose positive
«Diciamo che è ricominciato un confronto utile e costruttivo, mi pare stiano maturando cose positive e c'è l'impegno a costruire un sistema di tutele universali». Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, intervistata da Giovanni Minoli per una puntata de 'La Storia siamo Noi' dedicata a Marco Biagi che andrà in onda questa sera alle 21 su Rai 2. Alla domanda se i tempi possano essere brevi, Camusso ha risposto: «Così dice il premier Monti, se ci sono le soluzioni i tempi possono essere brevi».

Il ministro: ci sono abbastanza risorse per una buona riforma
Ci sono «abbastanza» risorse «per fare una buona riforma degli ammortizzatori sociali. Così questa mattina Fornero aveva risposto a Radio Anch'io. Su dove reperire le risorse, il ministro ha spiegato che «ci sono altri capitoli di spesa che possono essere ridotti e capitoli di entrata che possono essere adattati». Secondo il ministro bisogna «intervenire sulle tipologie dei contratti, magari non con l'accetta, ma rendendo più severi i controlli sugli abusi e incoraggiando forme contrattuali che riteniamo più virtuose». La volontà è quella di creare un «contratto che dovrà dominare gli altri: prevede l'entrata nel mercato del lavoro con l'apprendistato e una stabilizzazione. Si prevede poi una relativa e maggiore facilità di uscita». Il ministro ha quindi spiegato che il nuovo sussidio per la disoccupazione «non è mai inferiore all'assegno per mobilità» e quello dei 1.100 euro «è un tetto che sale con l'inflazione, non può ridursi, e questo è importante».

Fornero: Posso capire la reazione di shock, ma serve al Paese
«Siccome i cambiamenti che abbiamo proposto non sono piccoli, posso capire che la reazione inizialmente sia stata uno shock, ma è uno shock positivo ed è quello che serve al Paese». Così Fornero, commenta le reazioni delle parti sociali alle proposte di riforma del mercato del lavoro. «Penso di sì», ha quindi risposto alla domanda sulla conferma della chiusura dell'accordo entro venerdì 23 marzo.

Rete Imprese Italia: a queste condizioni non firmiamo
Nelle ore successive all'incontro Governo-parti sociali, parole pessimiste sulle prospettive di un accordo arrivano da Rete Imprese Italia: «Alle attuali condizioni non possiamo firmare, ma auspichiamo che l'illustrazione delle nostre posizioni, fatta con estrema chiarezza, venga valutata come merita dal ministro, e porti il Governo a proporre modifiche utili a un'evoluzione positiva delle questioni in campo, come del resto sta facendo nei confronti degli altri interlocutori di questo negoziato». L'ostacolo principale, spiega Rete Imprese, è costituito dal «pesante aggravio del costo del lavoro pari a circa 1,2 miliardi aggiuntivi l'anno solo per i nuovi ammortizzatori sociali».

Esodati, soluzioni normative in tempi brevi
Nel pomeriggio, sempre nel corso dell'audizione al Senato, il ministro del lavoro riferisce sui punti chiave della trattiva in corso, ma accenna anche al problema dei cosiddetti esodati, altro tema calo sul tappeto in queste settimane. «Monitoriamo la situazione, consapevoli di situazioni di sofferenza», spiega, auspicando una soluzione normativa al problema di questi lavoratori «in tempi brevi». I numeri - ricorda - «sono stati anche superiori a quelli preventivati. Spero di riuscire a dare una normativa in tempi abbastanza brevi, al momento siamo stati impegnati soprattutto sulla riforma del mercato del lavoro».

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