Il Sole 24 Ore
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L'Europa: «Misure sui fondi ai partiti»

Donatella Stasio



ROMA
«Ce lo chiede l'Europa»: come un mantra si evoca l'Europa per giustificare l'abrogazione e la revisione del reato di concussione. E oggi, in effetti, l'Europa ci chiederà - ma per la prima volta - di occuparci della concussione, non per eliminarla bensì per «verificare» se nella sua «applicazione pratica» ne sia stato fatto «un uso improprio in rapporto al reato di corruzione» e, in tal caso, per «adottare misure appropriate». E sempre oggi l'Europa ci chiederà di intervenire sul finanziamento dei partiti, con misure idonee a garantirne la trasparenza e ad evitare fenomeni di corruzione.
Soldi ai partiti e concussione sono due capitoli inediti del Rapporto che sarà discusso e approvato oggi a Strasburgo dal Greco, il Gruppo di Stati contro la corruzione istituito nell'ambito del Consiglio d'Europa. Nelle 22 precedenti raccomandazioni, rimaste lettera morta, non se ne parlava, mentre ora si accende un faro su entrambi i fronti al centro delle cronache politiche e giudiziarie. L'ondata di inchieste riguardanti Pd e centro-destra, e lo scandalo del tesoriere della Margherita Luigi Lusi, hanno riportato alla ribalta l'entità dei soldi pubblici ai partiti (circa un miliardo di euro). E ieri il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha annunciato un referendum per abrogare l'attuale legge sul finanziamento dei partiti. Quanto alla concussione, gli emendamenti presentati da Pd e Idv al ddl anticorruzione - per abrogare il reato e sdoppiarlo in corruzione ed estorsione - e le loro ricadute sui processi in corso (a Silvio Berlusconi e ad altri politici, per lo più locali, di svariati partiti) hanno innescato una polemica sul se e come modificare la concussione, soprattutto quella «per induzione» che il Pdl punta a eliminare. Il problema è stato scaricato sul governo e sull'emendamento al ddl anticorruzione, atteso per la prossima settimana, anche se proprio ieri è stato rinviato l'approdo in aula del ddl. La new entry dell'Anm Ezia Maccora, già componente del Csm per Md, lancia un allarme: «Sarebbe preoccupante se il legislatore, nel ribadire la centralità della lotta alla corruzione non ritenesse più meritevole di sanzione la condotta del pubblico ufficiale che approfitta della sua qualità per ottenere degli indebiti vantaggi». In sostanza, a seconda di come verrà scritta la nuova norma, potrebbe rimanere fuori (e quindi impunito) proprio il reato di «concussione per induzione» contestato a Berlusconi nel processo Ruby.
Con il nuovo Rapporto del Greco, i fautori dell'abrogazione ora hanno anche una "sponda europea" ufficiale. Per la prima volta (come anticipato dal 6 marzo dal Sole 24 ore) il reato è oggetto di attenzione particolare, anche se la priorità resta la prescrizione (allungare i tempi) nonché l'introduzione dei reati di corruzione privata e di traffico di influenze e di sanzioni adeguate. Se le linee comunicate al governo il 2 febbraio scorso saranno confermate oggi, l'Italia dovrà «verificare l'applicazione pratica del reato di concussione, al fine di accertare il suo potenziale uso improprio in rapporto a quello di corruzione, e adottare misure appropriate in base al risultato di tale verifica». In sostanza, dovrà verificare se nella prassi la concussione si trasforma in una facile scappatoia per i corruttori. E quindi modificarla.
Ben più complesso il capitolo sul finanziamento ai partiti politici, articolato in 7 punti: 1) «avviare un processo legislativo di riforma» che preveda norme sullo «status giuridico dei partiti e la loro registrazione», una «chiara definizione del periodo di campagna elettorale», requisiti di «trasparenza, di controllo e sanzionatori» sulle elezioni al Parlamento europeo, «paragonabili» a quelli delle altre elezioni e, infine, un sistema normativo unico per il finanziamento dei partiti politici e dei candidati. 2) Vietare le donazioni ai partiti da parte di soggetti sconosciuti; abbassare l'attuale soglia di donazioni al di sopra della quale l'identità del donante debba essere resa nota a un livello appropriato. 3) «Adottare misure per aumentare la trasparenza delle entrate e delle spese dei partiti a livello locale. 4) Garantire che le informazioni sul finanziamento dei partiti e le campagne elettorali siano rese disponibili in modo «coerente, comprensibile e puntuale (anche via internet). 5) Introdurre norme «chiare e coerenti» sui requisiti di audit applicabili ai partiti e garantire la «necessaria indipendenza dei revisori che certificano i loro bilanci». 6) Costituire un'autorità indipendente di controllo sulla finanza della politica. 7) «Rivedere le sanzioni amministrative e penali relative alle violazioni delle regole di finanziamento politico» per garantire che siano «efficaci, proporzionate e dissuasive».
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LE RACCOMANDAZIONI


Bilanci più trasparenti
Avviare un processo legislativo che preveda norme sullo status giuridico dei partiti politici e la loro registrazione, una chiara definizione del periodo di campagna elettorale, requisiti di trasparenza, di controllo e sanzionatori in materia di elezioni al Parlamento europeo che siano paragonabili a quelli degli altri tipi di elezione e un sistema normativo unico per il finanziamento dei partiti politici e dei candidati
Introdurre un divieto di donazioni ai partiti politici da parte di soggetti la cui identità non sia nota al partito politico/candidato, abbassare la soglia di donazioni al di sopra della quale l'dentità del donante debba essere resa nota a un livello appropriato
Adottare misure per aumentare la trasparenza delle entrate e delle spese di partiti a livello locale
Elaborare un approccio coordinato per la pubblicazione di informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali, garantire che tali informazioni siano rese disponibili in modo coerente, comprensibile e puntuale anche via internet
Introdurre norme chiare e coerenti sui requisiti di audit applicabili ai partiti politici, garantire la necessaria indipendenza dei revisori che certificano i bilanci dei partiti
Costituire un'autorità indipednente per il controllo sulla finanza della politica
Rivedere le attuali sanzioni amministrative e penali relative a violazioni di regole di finanziamento politico al fine di garantire che siano efficaci, proporzionate e dissuasive