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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2012 alle ore 14:43.

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Si è dato fuoco davanti all'Agenzia delle Entrate di Bologna: tre lettere lasciate a terra, una aperta, una alla moglie e una alla commissione tributaria dell'Agenzia in cui faceva riferimento a un ricorso. L'uomo, un imprenditore edile di 58 anni, titolare di una impresa di costruzioni in crisi nella provincia di Bologna, non è morto, ma è in condizioni gravissime con ustioni sul 100%: il suo corpo è stato mangiato dalle fiamme, non un lembo di pelle è stato risparmiato.

Il fatto è successo alle 8,20 e anche se la dinamica non è stata ancora chiarita, è ipotizzabile che il bolognese abbia parcheggiato la sua auto, una Fiat Punto, davanti all'Agenzia delle Entrate in segno di protesta e che si sia quindi cosparso il corpo con del liquido infiammabile per poi appiccare le fiamme. All'origine di un gesto sembrano esserci i problemi economici dell'uomo che, in una delle lettere trovate a pochi passi dal corpo ha scritto di avere regolarmente pagato le tasse e di sentirsi ingiustamente trattato dal fisco.

Ad accorgersi per primo della tragedia è stato un ragazzo di passaggio che ha chiesto aiuto a una pattuglia della Polizia Municipale che si trovava in zona. Trasportato in un primo momento all'ospedale Maggiore di Bologna, data la gravità delle ustioni, il bolognese è stato trasferito al Centro Grandi Ustionati dell'ospedale di Parma, dove i medici stanno cercando di salvargli la vita.

«Ho tentato di uccidermi, voglio morire, voglio morire», lo ha detto all'agente della Municipale che gli si è gettato addosso con un giubbotto nel tentativo di soffocare le fiamme che ne avvolgevano ormai tutto il corpo. Un testimone ha spiegato: «Mi sono affacciato e ho visto una palla di fuoco». La palla di fuoco era un uomo ngosciato al punto da non vedere più una possibile via d'uscita ai suoi problemi. Si sentiva ingiustamente vessato: aveva in atto un ricorso contro l'Agenzia delle Entrate (forse per una cartella esattoriale che riteneva iniqua) a cui aveva anche scritto una lettera in cui afferma di essere onesto, di avere pagato tutte le tasse. La disperazione che nasconde la speranza dietro una montagna di guai che appare insormontabile. È ipotizzabile che l'imprenditore avesse premeditato il gesto: si è cosparso il corpo con del liquido infiammabile, dopo avere parcheggiato la sua Fiat Punto davanti alla sede dell'Agenzia, si è seduto su un sedile e si è dato fuoco.
Ora lotta tra la vita e la morte al Centro grandi ustionati dell'ospedale di Parma dove è stato trasportato con l'eliambulanza. A strapparlo alla morte è stato un ragazzo straniero che si è accorto di quello che stava succedendo ed ha chiesto aiuto a una pattuglia della Municipale di passaggio. Un agente, lo stesso a cui l'uomo cosciente e ancora in parte avvolto dalle fiamme ha confessato di voler morire, lo ha coperto con il giubbotto d'ordinanza fino a spegnere il fuoco.

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